LA “LECTIO MAGISTRALIS” DI MATTARELLA A TRIESTE SULLA DEMOCRAZIA
Il discorso di apertura di Sergio Mattarella per l'elezione Settimane Sociali di Trieste offre un'analisi profonda e articolata della democrazia, esplorando la sua natura e le sue sfide contemporanee. Mattarella ha iniziato i suoi saluti sottolineando come la parola "democrazia" sia comunemente usata e valorizzata, ma allo stesso tempo vulnerabile a interpretazioni e manipolazioni che ne possono minare i principi fondamentali.
Il Presidente ha evocato le dittature passate che vedevano nella democrazia un nemico da abbattere, e come in tempi più recenti, alcuni uomini l'abbiano strumentalizzata per fini di parte, rendendola un mero strumento politico piuttosto che un valore universale. Questa riflessione ci riporta alla questione fondamentale: cosa costituisce l'anima della democrazia? Mattarella risponde a questa domanda citando Toqueville e Napolitano, che hanno sottolineato come la democrazia non possa esistere senza contenuti valoriali e senza un costante esercizio di partecipazione e rispetto delle regole.
Una delle parti più significative del discorso è stata la riflessione sui limiti della democrazia. Mattarella ha ricordato come le regole democratiche siano esigenti e come sia fondamentale il rispetto dei diritti delle minoranze. Ha fatto riferimento a Bobbio per evidenziare che la semplificazione e la mancanza di governance possono essere pericolose per la democrazia stessa. La democrazia, quindi, non è solo un insieme di norme e procedure, ma uno spazio pubblico in cui si esprimono le voci dei cittadini, e la sua vitalità dipende dall'impegno e dalla partecipazione di tutti.
Il discorso ha poi toccato temi attuali come i rischi epocali, climatici, ambientali e l'impatto dell'intelligenza artificiale. Mattarella ha sottolineato come queste nuove sfide richiedano un avveramento costante della democrazia, che deve adattarsi e rispondere ai cambiamenti senza perdere di vista i suoi principi fondamentali.
Un altro punto cruciale del discorso è stato l'accento posto sul principio di uguaglianza e sulla necessità di evitare il conformismo. La democrazia, per Mattarella, non può esistere senza la tutela dei diritti fondamentali di libertà. Ha citato Pio XII e Papa Francesco per ricordare come il tema della democrazia sia intimamente connesso a quello della pace, e come l'unità del genere umano sia un obiettivo imprescindibile.
Infine, il Presidente ha concluso con un richiamo alla tradizione liberale italiana e al ruolo dei cattolici, come Giuseppe Dossetti, nel promuovere un accesso reale del popolo al potere non solo politico, ma anche economico e sociale. Ha ribadito l'importanza della Costituzione italiana come cardine della democrazia e della coesione nazionale, e ha sottolineato la necessità di una partecipazione consapevole e diffusa per garantire la vitalità democratica.
In sintesi, il discorso di Mattarella è stato un richiamo potente e attuale all'importanza della democrazia, dei suoi valori fondanti e delle sfide che deve affrontare nel mondo contemporaneo. Ha invitato tutti a riflettere su come possiamo, individualmente e collettivamente, contribuire a mantenere viva e vitale la nostra democrazia.