Omelie di don Mario

 

La Mamma!

 

Omelie di don Mario
Registrazioni audio e trascrizioni

Da tempo ci viene chiesto da tanti di voi, amici di Radio Mater, di poter ascoltare e leggere le omelie di don Mario: tanti sono coloro che per motivi di lavoro o di studio non possono seguire sempre le celebrazioni. Quindi, certamente una richiesta giusta e condivisa la vostra. Le omelie di don Mario, infatti, sono una ricchezza e un patrimonio spirituale, a cui tutti devono avere la possibilità di accedere, di riascoltare e soprattutto meditare.

Ecco quindi la decisione di trascriverle e di pubblicarle. In questo spazio del sito troverete l’audio e il testo delle omelie a partire dal 6 febbraio 2020, giorno del suo novantesimo compleanno.

Per completare la lettura della singola omelia, cliccare su “Resto del testo”

 

La Mamma!
 

 

Omelia del 10/04/2022

 

Audio

Omelia di don Mario, della Domenica delle Palme.

Oh miei cari! Chiedo le forze alla Madonna come Lei è stata a fianco di Gesù durante la Sua Passione in questa settimana soprattutto l’ultima della Sua vita, come noi siam qui a sentirla, a sentire l’amore che prometteva redenzione, salvezza per tutti con la morte, la morte in Croce.

E’ la domenica in cui Gesù entra solennemente in Gerusalemme, passeranno pochi giorni e sarà il Crocifisso, miei cari … sentiamola questa domenica, sentiamola la settimana santa che iniziamo e arriveremo alla Pasqua aperti di cuore e di vita ad accogliere Gesù e a dirgli: “… Tu hai dato la vita per me, non è giusto che io pensi alle cose della terra che dovrò lasciare, ma a Te!! Che hai dato la vita per me e Gesù se avrò la gioia nell’eternità di non essere lontano da Te perché ti ho trascurato ma vicino e nella gioia per sempre sarà come io ho vissuto qui sulla terra … “ e allora ecco anche questa domenica, la settimana santa, la Pasqua che verrà tutta la vita deve essere un incontro con Gesù che ha dato tutto Se stesso per noi, e allora vi indico tre cose per rendere sicuro il nostro stare con Gesù:

 

  • * prima di tutto in quella domenica in cui Gesù è entrato in Gerusalemme abbia sentito benedicendo e distribuendo gli ulivi: Osanna! Si è sentito cantare Osanna! Cioè Evviva! Miei cari… la prima realtà che vi chiedo per la vita iniziando con questa domenica o continuando se già l’abbiamo sperimentata e realizzata la nostra preghiera, sempre un Osanna! La gioia di essere cuore a cuore con Gesù, miei cari com’è la nostra preghiera? E’ distratta? Preghiamo con la bocca ma il cuore è lontano? No! afferriamo Gesù in ogni preghiera ci sia l’Osanna cioè la gioia di essere con Gesù, e allora sì la preghiera preparerà la contemplazione che avremo in cielo di Gesù e sarà in cielo la nostra vita con Dio un Osanna una gioia che durerà per tutta l’eternità! Pensate! Per tutta l’eternità! L’incontro, la vita, la gioia con Gesù! Facciamo di ogni preghiera un Osanna che ci avvicini e che ci faccia abbracciare Gesù.

  • * Secondo: Gesù entra in Gerusalemme, e al di là dell’Osanna sa che tra pochi giorni sarà crocifisso per la salvezza di tutti, ecco la seconda realtà che ti chiediamo Gesù! Facci partecipi del salvare oltre che noi anche gli altri, collaborare con Gesù a salvare le anime come Lui è morto per questo! Salvare, portare anche gli altri a salvezza, ecco allora la nostra collaborazione, facciamola volentieri, aiutare qui in Radio Mater, nelle nostre chiese, aiutare Gesù a salvare le anime, miei cari … questo è il modo più prezioso per partecipare alla redenzione di Gesù! Lavoriamo per questo? O pensiamo solo a noi? Alle nostre cose? E le cose del Signore ci danno fastidio, ci pesano, le trascuriamo? No miei cari! stiam qui a Radio Mater, anche se costa, anche se a volte c’è qualcosa da soffrire ma stiamo qui, non ascoltiamo il demonio che vuol tirarci via da questo progetto di Maria che continua da Mamma quello che ha fatto: darci umanamente Gesù Dio fatto uomo in Lei per salvarci, collaboriamo, prendiamo qui in Radio Mater delle responsabilità, non veniamo e basta, veniamo a fare qualcosa, a impegnarci in qualcosa, a portare avanti quello che ha fatto Gesù e ...

  • * terzo miei cari, sentire che la nostra vita deve essere a volte una croce come Gesù è salito sulla sua croce, anche noi abbiamo le nostre sofferenze: accogliamole! È volontà di Dio che purifica e santifica, accogliamole, Gesù ricordate è andato nel Getsemani a pregare il Padre che passasse la croce, ma il Padre gli ha fatto capire che quella croce era la Sua vita che si spegneva per far vivere divinamente gli uomini che avevano peccato e si erano distaccati da Dio: il Getsemani! e Gesù accetta la sofferenza: sì Padre andrò! E va alla croce, e muore in croce e salva l’umanità dal suo peccato e la porta al Padre, così anche noi con le nostre sofferenze, come pesano! Le sperimento anch’io! Ma quanti malati! Quante sofferenze! Noi tutti, anche i sani hanno le loro costosità! Venite in Radio Mater! Aiutate! Andate nelle vostre parrocchie! Aiutate! e se l’aiuto costa, offrite il costo a Gesù morto per noi. Poi ci sarà la Resurrezione dopo la morte e andremo in Paradiso a godere Dio per sempre!

 

Miei cari! ... Settimana santa, Osanna, preghiera bene, morte in croce di Gesù, collaborare con Lui aiutando qui e nelle vostre chiese, terzo il nostro soffrire, offriamolo come atto d’amore e Dio ci ricompenserà facendoci risorgere per una eternità di gioia con Lui .. forza!! Buona settimana santa, buona vita santa, buona eternità santa: così .. così … così ci auguriamo che sia questa settimana partecipando a tutte le realtà liturgiche e a Pasqua gioiremo perché sentiremo che abbiamo Gesù in noi, quel Gesù che ho detto sarà nell'eternità la gioia per sempre.

Omelia del 06/02/2022

 

Audio

Omelia tenuta durante la messa
per festeggiare i 92 anni di vita di don Mario

Oh, miei cari, siamo qui, come ogni sabato e domenica, per il precetto festivo. La parola "precetto , comando" non la sentiamo gioiosamente nel cuore. E'meglio cambiarla e sentire di dire “Gesù, son qui alla tua Messa perché ti amo, ti voglio bene, aldilà magari dei dispiaceri che possa averti dato!”.... e Gesù ci assicura: “sei perdonato, sei mio mio” , e ci accoglie, ci abbraccia e ci aiuta a vivere di LUI, per LUI e come Lui. programma di Radio Mater. Siam qui, anche in questa giornata che per me vale molto: 92 anni ! son tanti! Sei buono Gesù in questo e vorrei, in questo piccolo tempo che la liturgia ci concede come parola del sacerdote, ma in nome di Gesù, ringraziare per quello che il Signore ha fatto nella mia vita. E dico però, all’inizio: "non a me Signore, ma al tuo nome da gloria!" Siamo d’accordo così e, allora, mi permetto di presentare un po’ di me, perché il Signore abbia, insieme con voi, il grazie più sentito, che io avverto dentro di me. E che cosa vorrei sottolineare...

Ho pensato, ho pregato e ho detto “parlerò di 5 realtà che tutti abbiamo”. Primo, da parte di Dio: IL DONO DELLA VITA! Noi viviamo perché Dio ci ha chiamati alla vita, non per volontà umana. Quando il papà e la mamma decidevano di avere un figlio, decidevano loro ma, il tutto poi, diventava e diventa opera di Dio. E’ Dio, il vivente, che da’ la vita e tu me l’hai data Signore e ce l’ho addirittura da 92 anni! Signore sei grande, grazie del dono della vita! Spero proprio che sia stata una vita Tua! Certo tutti abbiamo i difetti ma, Tu sei morto in croce e sei risorto e lo fai in ogni Messa, per darci il tuo perdono. Grazie Signore del dono della vita, grazie dei 92 anni che mi hai fatto vivere! Te ne chiedo ancora un po’, anche nella salute, per fare diventare il più possibile spirituale la mia vita, cioè: tutto il giorno, ogni giorno immerso nella preghiera, anche quando ho qualcosa di materiale da fare. Il resto del tempo tutto pregando perché, Gesù, quando verrò da te, come verremo tutti per essere giudicati, tu mi abbia a vedere dentro l’amore che Ti ho portato qui in terra e mi accolga nella Tua eternità.

Secondo grazie: LA FAMIGLIA! Signore, mi hai dato una famiglia che realmente mi ha impresso Te nel cuore e nella vita. Adesso non ho più nessuno, sono già, dico io, tutti in cielo. Quando prego, io parto sempre dal Padre Divino, poi Gesù, lo Spirito Santo e poi te Mamma e poi tu, Ardor, angelo mio custode, con tutti gli angeli del Cielo. E poi, te San Giuseppe con tutti i Santi del paradiso e poi, ecco, arrivo ai miei cari alla mia famiglia, ai miei famigliari, e li sento tutti in paradiso e li invoco perché siano là ad aiutarmi, e anche là, come mi hanno aiutato qui in terra, a cercare, a trovare, a vivere, a pregare, ad amare Gesù. La famiglia! Grazie Gesù anche della famiglia che mi hai dato e che mi ha guidato, in nome Tuo, sulle strade del bene.

Terzo: GESU', GRAZIE della VOCAZIONE SACERDOTALE ! A 11 anni mi hai preso, ....l’abbiamo detto tante volte, A 11 anni .... mi toglie dalla famiglia bella che amavo, come ho detto prima, e via... in un collegio di Salesiani, a Chiari, vicino a Brescia dove ho incontrato un santo che ama la gioventù, come la dobbiamo amare tutti, perché è dei giovani cercare Dio! E, questa umanità, redenta dalla morte e dalla resurrezione di Gesù che, appunto, si rinnova in ogni messa, farla diventare totalmente di Gesù. La vocazione, che poi continua in seminario: per me dopo, le tre medie in seminario. Io, quando parlo di seminario, sento che quel tempo non era visto, vissuto solo da me, ma c’era veramente Dio con me, Maria con me, i Santi con me, che dicevano: "vivilo bene questo tempo del seminario”... che mi ha portato, eccola qua, la quarta realtà: il sacerdozio!

Quarto grazie: IL SACERDOZIO! Miei cari, vi pare poco dire SACERDOTE! Ma dove lo trovate, nelle cose umane, uno che fa le cose divine? E' Dio che vuole questo! Nel momento in cui il sacerdote diventa Gesù , quando dice a un po’ di pane e un po’ di vino: " questo è il mio corpo, questo è il calice del mio sangue, diventa Gesù!!! Ma non sentite la grandezza di un essere umano che trasforma, perché Dio è con lui, pane e vino in Gesù, che muore e risorge per darci la salvezza? E tu, Gesù, mi hai fatto arrivare al sacerdozio e tutte le volte che io nella messa dico: è il "questo è il mio corpo questo, è il calice del mio sangue, dico sempre “Gesù, sono Te in questo memento”. Grazie! Amiamoci, stiamo insieme, fammi sempre più santo! Siamo con Gesù un cuore solo, un’anima sola, una vita sola. Sarà così e poi, ancora di più eternamente, quando lasceremo con la morte la terra, per andare nell’eternità con lui. Sacerdote : 92 anni! e quanti anni di questi 92, Sacerdote che ha trasformato,in nome di Gesù tante volte, pensate dal 53, l’anno del sacerdozio, fino adesso, quante volte Gesù mi ha fatto dire " questo è il mio corpo, questo è il calice del mio sangue!" O Signore, non ero degno! GRAZIE, grazie ...te lo dico con tutto il cuore!

QUINTO grazie: AZIONE SACERDOTALE. Avrò fatto, è quello che mi chiedo in questi giorni, in tutti questi anni, avrò fatto un po’ di bene? Gesù tu lo sai, dopo il sacerdozio c’è tutta l’azione pastorale per curare le altre anime, per renderle Tue, per renderle belle di virtù, come la Tua . Oh, Mamma, avrò fatto del mio sacerdozio la causa di un po’ di bene a tante anime? Spero di si, ma devo tutto a te Signore, a te Mamma soprattutto, che ho sentito sempre con me in tutti gli anni della mia vita. Non mi sono mai sentito solo. Sentivo che con me c’era e c’è Maria, che mi fa gustare il suo Gesù. Ecco, miei cari, invito anche voi a ringraziare, ripeto: per il dono della vita, per la famiglia, per la vocazione, per il sacerdozio , per l’azione pastorale a salvare le anime. Grazie Signore! Questi sono i 92 anni che metto nel Tuo cuore, Tu prendilo il mio cuore, mettilo nel Tuo e rendilo veramente divino insieme a Te!

Dammi ancora un po’ di tempo per poter diventare, sto pregando in questo tempo, ancora più spirituale, facendo di ogni mio giorno: tutta preghiera, tranne i momenti in cui ho delle mansioni materiali da compiere ma, il resto del giorno, di ogni giorno : Gesù, Mamma, preghiera! Così che, quando il Signore verrà, a Suo giudizio, con la morte, dalla terra mi dica “Vieni per sempre con me, nella mia casa: il paradiso!". Grazie, aiutami! E, tutti insieme, vogliamoci bene, ringraziandolo anche per Radio Mater perché, nel mio sacerdozio, hai messo Tu, Mamma, anche quella che adesso sta passando un po’ di difficoltà. E voi pregate, pregate, pregate perché radio Mater sia sempre quella Chiesa che viene a voi e vi fa sempre più di Maria, perché lei vi faccia sempre di più del suo Gesù e della Chiesa, che noi amiamo, che vogliamo, che incarniamo in noi.

Da quando radio Mater è nata, e sempre, anche se qualcuno dice il contrario, è Chiesa! Cioè, Gesù che continua a salvare noi, anime, strappandole dal male, dal peccato e facendo vivere vita divina, fino al Cielo. Mamma continua con la Tua radio, che diciamo sempre, è : "la voce del Tuo cuore, è Mamma, il tuo amore! Mamma, continua sempre ad essere in radio Mater e portarla avanti, sempre, perché faccia con Te tanto e tanto bene! Grazie ancora a voi tutti, perché siete le anime che mi sono state e mi sono vicine.

Omelia del 24/04/20201

 

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Omelia di don Mario alla Santa Messa vigilare di sabato
IV SETTIMANA DEL TEMPO PASQUALE (rito ambrosiano)


“Le famiglie siano i nidi
dove le vocazioni nascono”

Oh miei cari! Che domenica importante! abbiam sentito dalle letture ma anche dall’intenzione data alla domenica da parte della Chiesa per le vocazioni, miei cari abbiam sentito nella seconda lettura San Paolo scrivere a Timoteo prete, ministro, suo discepolo, raccomandandogli tante cose belle, da far diventare vita, per essere veramente sacerdote secondo il cuore di Dio. Miei cari, vi faccio una domanda, - a dire il vero, non dovrei farla, perché se si avverasse una cosa simile sarebbe il più grande disastro spirituale che possa capitare! Pensate se nei paesi, nelle città non ci fosse il sacerdote, il parroco, i coadiutori. Miei cari, pensate, un paese senza prete! mi vien da piangere! Gesù, li hai voluti Tu i tuoi discepoli. Dopo la Tua resurrezione hai voluto la Chiesa fatta appunto da uno che guida tutti: il Papa. E poi la Chiesa divisa in tante parti per essere guidata meglio: le Diocesi, con il proprio Vescovo. E poi ancora più ristrette: le parrocchie. Pensate, miei cari, una parrocchia dove non c’è il parroco dove non c’è il prete, cosa viene fuori da quella parrocchia? E pensate a tutta l’umanità senza sacerdoti? Cosa verrebbe da questa umanità? E allora, miei cari, ascoltiamo la vocazione che la Chiesa raccomanda ai giovani. Tra le tante strade da scegliere, cari giovani, è la vocazione sacerdotale la più alta, quella che dovrebbe affascinarvi di più, attirarvi di più. E’ è bello che la giovinezza senta questa voce di Dio: “… vieni seguimi…”. Quante volte la troviamo nel Vangelo quando chiamava a Sé: “… vieni e seguimi…”. Ecco giovani: “… vieni e seguimi …”. Io l’ho sentita a undici anni: “… vieni e seguimi” e ho lasciato famiglia e tutto e ho seguito. Quanti fanno così, han fatto e fanno così anche adesso che nella Diocesi non c’è più il Seminario minore dei piccoli, degli undici, dodici e tredici anni. Bisogna che le famiglie siano i nidi dove le vocazioni nascono, si sviluppano, occupano il cuore dei nostri ragazzi, che incomincino presto ad andare in Seminario, qualunque sia, per dire a Gesù: “ … ecco Gesù ti do la mia vita…”, per diventare in nome di Gesù, dei salvatori di vite in senso spirituale, per il Paradiso. Se cambia questa fisionomia dell’umanità poveri noi!

Allora ecco la prima lettura: uno che si sente chiamato cosa deve sentire?, ecco deve sentire la gioia di fare riunioni in cui parlare di Gesù. Voi dovreste sentire nel mio cuore il dispiacere che provo nel vedere qui in questi ultimi tempi: ne mancano tanti, non vengono più tutti quelli che venivano. La prima lettura di oggi dice di San Paolo che fa una riunione e va avanti fino a mezzanotte, e c’era un ragazzo al terzo piano sulla finestra, si addormenta perché la riunione per un ragazzo che tira la mezzanotte doveva essere veramente qualcosa che pesava, si addormenta, cade e muore! Paolo viene a saperlo, scende si butta su quel bambino e il bambino rivive! Pensate, Saulo che era persecutore che arriva a diventare per la vocazione seguita uno che risorge anche un bambino morto oltre a far risorgere spiritualmente tanti cuori, tante anime, portandole a Gesù. Oh San Paolo, prendi anche la nostra! Prendi anche il nostro cuore! Chissà in Cielo che compito che avrà! Prendici! E portaci a Gesù! facendoci risorgere dalla nostra pigrizia, dalle nostre cose terrene che non ci portano più alle messe, alle riunioni, alla Parola di Dio. Oh come abbiamo da cambiare! Oh come abbiamo da cambiare! San Paolo rendici fervorosi e suggerisci anche a tutti quelli che hanno iniziato una vita più religiosa con Radio Mater e adesso si sono assentate, a riprendere a venire, a riprendere il contatto con Gesù, con Maria, la Mamma, e con tutti i Santi e con questa radio che Maria vuole come Suo Cuore e Sua voce. Fallo San Paolo, risvegliaci e riempi ancora le nostre Cappelline.

La seconda lettura: la lettera che San Paolo scrive a Timoteo, che era un suo sacerdote. San Paolo gli dice: “… ti raccomando sii veramente saldo nella fede, nella verità, nella carità, nella purezza, nell’impegno di donarti a tutti, perché tutti vengono da Gesù e vivono con Lui ...”. E’ quello che fa una pecorella buona attaccata al pastore, che non lascia il pastore: sta con il pastore anche quando i pastori vanno in giro le pecorelle attaccate a lui stanno in gruppo, stanno con lui, non si perdono, non si sperdono. Quante pecorelle tue, o Gesù, si sono perse, si stanno perdendo: Gesù abbracciaci tutti! Perché tutti possiamo essere pecorelle che ti ascoltano e che vengono sempre, stanno sempre con Te! Tu con il Padre, hai detto, sei una cosa sola. Se veniamo con Te avremo un giorno il Padre, cioè avremo il Paradiso.

Mamma sei entrata anche Tu in questa realtà divina dando la nascita al Figlio di Dio, che diventa anche Tuo Figlio per la salvezza del mondo. Mamma chiama i giovani, Mamma chiamaci tutti, Mamma fa che tutti tendiamo alla perfezione perché come Gesù che ha detto che è una cosa sola col Padre Divino anche noi Mamma ci fai diventare degli altri Gesù, pecorelle sempre unite a Lui per la vita terrena legata a Dio, e poi per la vita eterna immersi per sempre nella felicità di Dio.

Omelia del 04/04/2021

 

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“Sia una Pasqua santa per una vita santa” 

Oh miei cari! Dopo il periodo quaresimale che ci sembrava così lungo ma è passato in fretta, eccoci alla Pasqua, alla gioia della Pasqua a questo giorno che non dobbiamo lasciarlo passare come gli altri. Tra poco scenderanno le tenebre invitando tutti al sonno, ma la vita spirituale non guarda al buio o alla luce – fenomeni terreni -, guarda a quello che emana dalla croce, che abbiamo contemplato, e oggi dalla Resurrezione, che emana da Gesù risorto. Oh Gesù!! che cosa hai fatto! Sei venuto dal cielo, Dio sulla terra a farti uomo per salvarci e hai compiuto la tua redenzione. Per volontà del Padre divino, da Dio ti sei fatto uomo.

E ti sei fatto uomo in Maria, in Te Mamma e ti ringraziamo con tutto il cuore, e sei nato come ogni bambino a Betlemme e poi hai passato 30 anni a Nazareth in una famiglia, per farci capire che la famiglia l’hai “inventata” Tu. Uomo e donna che si uniscono nell’amore che non deve mai morire, e arrivano da questo amore i figli che propagano l’umanità, perché Dio aspetta tutta l’umanità nel Suo cielo. Poi venne il peccato di Adamo e tutta l’umanità ha questo peccato. Allora ecco il Padre dice al Figlio, vuoi farti uomo? e Gesù soffrendo - il peccato è così grave che solo la sofferenza può ripararlo - e morendo, strappa il peccato dalla vita dell’uomo e l’uomo può avere ancora Dio con sé. Oggi stiamo vivendo questo: Gesù risorge dopo esser morto per noi e ci da Dio, Dio in noi. Pensate! Siam qui sulla terra ma abbiamo Dio con noi. E’ la realtà più grande e più bella che tocchi agli uomini, e tanti non si accorgono, vivono solo di terra come se dovessero stare in terra sempre, e invece no. La morte strappa dalla terra e ci dà una destinazione in Paradiso se in terra siam vissuti con Dio; in inferno se in terra siam vissuti contro Dio col peccato.

LMiei cari, ecco Gesù risorge, ma viene da noi e ci dice: lasciami risorgere anche in te, vivi con Me, vivi per Me, vivi come Me e un giorno avrai il Paradiso dove nella gioia starai sempre con Me. Oh Mamma!! Gesù, senz’altro, quando è risorto è apparso per prima a Te. Chissà che gioia avete provato entrambi! Una gioia che ha riparato il dolore che abbiam contemplato quando vi siete incontrati sulla via Crucis! Mamma prendici! Tira via da noi quello che ci impedisce di essere di Dio e facci completamente risorti alla vita, che viviamo quando abbiamo Gesù con noi. Coraggio mei cari! Sia una Pasqua santa per una vita santa e un giorno per un Paradiso santo e per sempre.

Omelia del 21/03/2021

 

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Don Mario: Io sono la risurrezione...
e la vita! E la vita!!”.

Oh miei cari! Abbiamo sentito questo lungo ma espressivo ed esigente Vangelo di Risurrezione di Lazzaro, che ci chiede di risorgere anche noi, cioè di cambiare la vita. Era l’impegno di tutta la Quaresima: cambiarci la vita. Per questo la Quaresima si identifica sempre con un’altra parola. Me la sapete dire?....: Conversione! Conversione! Se non fa questo, l’abbiam vissuta inutilmente. Domenica quindi di risurrezione, dicevamo all’inizio. Guardiamoci che in noi non ci sia il peccato. Questo è veramente un dono di Dio: averci trattenuti dal peccato grave, dal peccato di Adamo ed Eva, dal peccato che toglie Dio dal cuore e dalla vita. No! no! non lo vogliamo assolutamente. Abbiamo già inteso questo la prima domenica di Quaresima, quando Gesù che era là nel deserto a fare la Sua Quaresima tentato dal diavolo, ricordate in che grido è uscito la terza tentazione: “…. Va via satana!!”. Questo deve essere il grido di noi cristiani: “ … va via satana!!...” quando siamo tentati. E se per debolezza cadiamo nel peccato, non stiamoci, non viviamo insieme al peccato, non è questa la vita che Dio ci ha dato per Lui, non con il male, non col peccato.

Come stiamo? L’abbiamo sperimentato il peccato grave nella nostra vita? E allora sappiamo cosa dobbiamo fare, rinnovare il pentimento, e all’inizio di ogni Messa c’è l’atto penitenziale che ci dice: “… perdono! Perdono, Signore, di questi mali!”. E adesso siamo senza peccato mortale o ce l’abbiamo ancora? Se ce l’abbiamo prepariamo la confessione Pasquale, deve strapparci il peccato grave dal cuore e deve permettere a Dio di ritornare in noi perché possiamo vivere di Lui e preparare il Paradiso. E se non l’abbiamo il peccato mortale: “...grazie Signore! ...”.

Dicevamo all’inizio: difetti, difetti ne abbiamo tutti, e allora questa è la domenica di guardarci dentro, di guardare la nostra vita, di vedere com’è, di vedere dove è difettosa, dove sbaglia appunto con i vari difetti e dire a Gesù di fare quello che ha fatto con Lazzaro, con Lazzaro addirittura morto. Il peccato grave va strappato con la confessione pasquale. Ma tutti quelli che erano là presenti quando Lazzaro risorgeva per miracolo di Gesù, chissà i difetti che avevano!. Allora Gesù parlando con Marta e Maria dice con chiarezza: “... Io sono la risurrezione ... (via il peccato mortale l’ho detto) ... e la vita! E la vita!!”. Ecco, miei cari, l’indicazione di questa domenica: risorgere, migliorare e vivere di Gesù. Allora sì che Dio non ci ha creati per niente, ci ha creati ma per essere Suoi in terra con i nostri sforzi di bene e nell’eternità nel Suo Paradiso per sempre. Sentiamo così miei cari questa domenica e davvero provvediamo, rendiamo la nostra vita così!

Omelia del 14/02/2021

 

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Don Mario: siamo più per l’amore
o per il contrasto, le critiche, le discordie?

Oh miei cari! Come dicevo ieri è bello avere messa festiva anche il sabato. Ecco il fine settimana per un cristiano: sabato o domenica, i giorni in cui sabato Gesù, dopo esser morto in croce è stato nel sepolcro, e domenica quando è risorto: Pasqua. E’ bello “sentire” queste giornate tutte e due insieme. Ebbene, dicevo ieri e lo ripeto oggi perché è l’essenza, quello che non deve mancare qui al nostro cristianesimo. Abbiamo ricordato in settimana Lourdes e Radio Mater, entrambe l’11 febbraio. E’ diventato per Te, Mamma, l’11 febbraio il giorno in cui venendo dal cielo in terra hai realizzato e continui a realizzare: il “PERCHE’”!! Ecco il “PERCHE’! Dopo aver compiuta la Tua missione di Madre di Gesù, Figlio di Dio fatto uomo in Te, per essere morendo in croce e risorgendo il Salvatore degli uomini, vai in cielo. Dio Ti vuole per sempre in cielo, senza neanche farti morire, la morte non doveva prenderTi, perché prima di tutto il peccato non Ti ha preso. Miei cari, pensiamo al peccato! pensiamo a Lei senza peccato! Oh Maria!

Poi da quando sei in cielo, ogni tanto Dio Padre, certamente d’accordo con Gesù - immaginatevi! – e lo Spirito Santo, Ti manda sulla terra. Perché ti manda sulla terra dal cielo? Miei cari, per svegliarci dal sonno della nostra vita in Dio, della nostra vita cristiana. Noi, tanti almeno, si addormentano sulle cose terrene materiali. Ecco, ogni tanto un’apparizione che sveglia e ci dice: “… non sei fatto per la terra! Sei fatto per il cielo da cui vengo e al quale voglio portarti…” sentiamo questa realtà! Ogni apparizione è Maria che viene a dirci: “… c’è un Dio che ti ha creato, che ha dato la vita per te, che ti vuol bene, ma tu non vivi tanto per Lui, sei troppo distratto dalla terra!...”. E allora ecco, ogni apparizione deve essere un risveglio e un gridare per mezzo di Maria a Dio: “Dio mi sveglierò, sarò più tuo, d’ora innanzi la mia vita sarà più spirituale che materiale!”. Teniamolo presente e correggiamo la nostra vita miei cari! Rendiamola davvero più spirituale, più di preghiera, più virtuosa, più divina, più dedita al bene, come fanno quelli che vengono anche qui ad aiutare a portare avanti questo progetto di Maria che Lei ha voluto e ha consegnato a noi perché lo servissimo, per fare tanto bene a tanti cuori portandoli più vicini a Gesù.

E poi abbiamo anche l’11 febbraio ricordato Radio Mater, miei cari. Quando pensiamo a cosa ha combinato la Madonna, qui o dove siamo stati prima, o quelle realtà di prima, sentiamo che veramente ha avuto fiducia in noi e ci ha chiamati a servirLa in questo Suo progetto, perché tanti cuori ascoltino Lei, la Mamma, e vengano di più da Gesù. Lei li prende, questi cuori, che si svegliano e vogliono vivere più cristianamente e li da a Gesù.

Abbiamo una Mamma che Gesù ci ha dato, la Sua, diventata anche nostra. Se, miei cari, lavoriamo insieme sia noi - ciascuno di noi – diventiamo più santi e più degni del cielo. Così il bene che facciamo agli altri, diventa quello che ci aspetta per avere il Paradiso. Pensate che importanza hanno le nostre vite! E invece, a volte noi lasciamo perdere…… Ma perché …? Perché non la rendiamo più divina la nostra vita? Più di Maria! che ha voluto Radio Mater per svegliarci spiritualmente. Più di Gesù che ha dato tutto Se stesso per noi! Impegniamoci miei cari, e d’ora innanzi la nostra vita diventi come han detto le letture di oggi. Mercoledì delle Ceneri comincia la Quaresima nel rito romano, per noi tra quindici giorni. La Quaresima! Gesù! Tu che Ti offri con la morte al Padre per dirGli: “… Padre l’uomo che hai creato Ti ha offeso disubbidendo al Tuo comando….” Ha peccato, ha perso Te, Tu hai dovuto mandarlo via dal Paradiso terrestre, Padre do la mia vita, riprendi gli uomini con Te e viviamo insieme in terra e in cielo. In tal modo la prima lettura ci fa comprendere quando il profeta Isaia dice: “… via tutto quello che porta il male e venga in noi tutto quello che ci “timbra” di bene…”: miei cari, la nostra vita è “timbrata” dal male, dal peccato o dalla dissipazione, dal non pensare al Signore, o dal bene? Dal bene … che ci prepara al Paradiso? E poi la seconda lettura di oggi, volerci bene, non offenderci, Dio è amore! E vuole che anche noi suoi figli siamo amore, quindi cuori che si vogliono bene e non si offendono.

Miei cari, siamo più per l’amore o per il contrasto, la mormorazione, le critiche, le discordie? Pensiamoci e correggiamo la nostra vita se non è dominata dall’amore che è Dio. E poi miei cari: L’umiltà! Sentire che non siamo NIENTE per conto nostro, abbiam sentito il Vangelo, il fariseo che si esalta del bene che fa e il Signore non lo approva, e il pubblicano peccatore pubblico che chiede perdono, cosa siamo noi? Farisei che si gloriano, che sono più vicini al male che al bene? o il pubblicano? Che avendo anche qualche difetto vanno da Gesù e dicono: “Gesù perdonami! Ma d’ora in avanti voglio essere più per il bene, più tuo, abbracciami tienimi con Te e anche Tu Mamma tienimi con te e aiutami anche Tu a vivere come il Signore mi chiede! ...”.

Omelia del 11/02/2021

 

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FESTA DELLA BEATA VERGINE DI LOURDES
E 27° ANNIVERSARIO DI RADIO MATER

“Radio Mater non è nostra: è di Maria”

Oh miei cari, sapeste come io sento questa giornata, un’intimità profonda con Dio, con Maria, con i Santi, con la Chiesa, tra noi!, come se dovesse parlare il cuore, anziché la bocca. E per questo che dirò cose che forse non ho mai detto, ma che dicono questa delicatezza d’amore tra il Cielo e noi. Non spaventatevi non dico sciocchezze! Dico la verità, perché Tu Signore sei oltre che l’Amore anche la Verità.

E allora facendo oggi le feste di Lourdes e di Radio Mater, le uniamo queste due realtà. Non sono nostre, non possiamo fare di esse quello che vogliamo. Mi sono chiesto: dobbiamo dire come sono volute dal Cielo e arrivate dal Cielo? e allora ho pregato … ho pregato… ho pregato, e ho sentito: “… dillo!...”. Festeggiando Lourdes sentiamo tutto l’amore di Maria e nello stesso tempo festeggiando Radio Mater sentiamo tutto l’altrettanto amore che ha avuto Maria nel volere questa sua radio. Lourdes: di Lourdes abbiam sentito parlare dal diacono Lucio nel Rosario, proprio con questo richiamo alla preghiera, ai malati, ad aiutarci tra di noi, a essere collaboratori nella Chiesa, come è stata Maria collaboratrice di Dio. E allora prendiamo Lourdes, mettiamola nel cuore e sentiamoci sempre vicini a Maria. Anche perché nei vari viaggi per le note vicende che abbiamo fatto a Roma, dove realmente eravamo a contatto proprio affettuosissimo con il Segretario Generale della CEI, Card. Tettamanzi - che poi è venuto qui ad inaugurare questa Cappella di Radio Mater - ho conosciuto in Vaticano Mons. Vieri di Pistoia, un collaboratore che aveva la responsabilità delle lettere al Vaticano, e frequentandoci siamo diventati veramente amici, amici ma proprio amici e là in Vaticano ci incontravamo spesso. Quando il Card Tettamanzi mi ha detto: “… fa un’altra radio…”, abbiamo organizzato un pellegrinaggio a Lourdes e ci siamo trovati alcuni giorni là, e mentre eravamo là attenti al “timbro” del cielo, gli ho raccontato quello che era successo e che il Card Tettamanzi aveva detto: “…fanne un’altra!...”. Ecco il “timbro” del cielo, non è una persona umana come posso essere io nella mia fragilità che ha fatto Radio Mater, è il cielo: “… fanne un’altra!”. la Chiesa, e Mons. Vieri sentendo che io per ubbidire a farne un’altra, volevo chiamarla per l’intimità con Maria: Radio Mamma, mi ha detto: “… no è troppo confidenziale!...” non tutti ti capirebbero, chiamala in latino: Radio Mater, è lo stesso di Radio Mamma, ma è Mater come diciamo nel Santo Rosario, e come diciamo tutte le volte che preghiamo la Madonna (ricordiamo quando l’Ave Maria si recitava in latino: Santa Maria Mater Dei: Madre di Dio). Ecco miei cari, Radio Mater timbrata dal cielo. Non è una trovata umana, è un avviso, un invito che è arrivato dal cielo: “… chiamala Radio Mater”. Così è avvenuto e certamente l’hai ispirato Tu Mamma Mons. Vieri, l’hai voluto Tu questo nome, la Radio è Tua!. Noi veniamo solo perché Tu parli di Dio e ci chiami, e ci vuoi tuoi, Mamma Tu, figli noi, Radio Mater che appunto 27 anni fa nasceva anche con un altro “timbro” del cielo, non realtà trovate umane.

Sentite ... Arriva un giorno mentre eravamo sul da fare per iniziare Radio Mater e per trovarne il nome una lettera da Roma dal Ministero che dice (attenti a Lourdes e a Radio Mater): “…. Potete iniziare Radio Mater l’11 febbraio 1994!...”. Chi gliel’ha detto al Ministero che a volte ha altro a cui pensare, di scegliere l’11 febbraio legando Radio Mater a Lourdes, quindi veramente in maniera intima a Maria! Oh Mamma! Hai fatto e stai facendo di quelle cose che realmente io lo dico sinceramente a volte le penso, le prego piangendo. Mamma, Mamma… chi siamo noi per te? Oh Mamma … se non ci fossi stata Tu a volerla, non ci sarebbe, a mantenerla non ci sarebbe… miei cari! È 27 anni, ecco un altro “timbro” dal cielo: è 27 anni che Radio Mater vive della vostra carità! Voi l’avete fatta vivere con le spese ingenti che ha, Mamma sei grande, hai mosso e stai muovendo tanti cuori. Quindi sei proprio Tu Mamma che dirigi, anche attraverso la nostra umile collaborazione, Radio Mater. Grazie Mamma. Sia questo un giorno che ricorderemo sempre, che ci stringe più a te per una preghiera e una vita più Tua, perché sia più di Gesù e con la collaborazione in Radio Mater di tutti quelli che, vicini, danno proprio la vita e tutti gli altri che ti ascoltano, Mamma, con Radio Mater e offrono, offrono perchè ci sono anche le realtà materiali che urgono, Mamma!

Ho voluto fare questa omelia perché certamente Tu me l’hai fatta sentire, adesso tutti sappiamo di Radio Mater che non è nostra: è di Maria E ha due “timbri” importanti, il timbro del cielo perché vi ho raccontato quello che è avvenuto dal cielo e che ha il timbro della Chiesa perché è stato il Segretario della CEI a dirci: “…fanne un’altra …”. Miei cari, io sono fragile, debole, ammalato, ma c’è chi lavora qui, e chi vuol lavorare ancora di più. Preghiamo anche per loro perché veramente si sentano figli e servi di Maria di Colei che ha detto a Dio che la chiamava a diventare Mamma del Figlio Suo: eccomi sono la Serva del Signore avvenga di me secondo la Tua Parola. Se la nostra vita ascoltando anche Radio Mater che è la voce anche della Chiesa ci farà vivere in questa intimità con Maria perché diventiamo intimi con Dio, grazie Mamma spetta tutto a Te e per questo che diciamo tutti insieme: “ … non a me ma a Te, Dio, il grazie e l’amore perché sentiamo che ci sei vicino che ci vuoi bene e che ci aiuti a far del bene ...”.

Omelia del 06/02/2021

91° Compleanno di don Mario

 

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“Grazie Mamma per tutto quello
che hai fatto nella mia vita”

Oh miei cari! non è facile parlare alla Santa Messa nei 91 anni come stiamo festeggiando, ma come ringraziamento al Signore e a Maria perché come tutto è dipeso e dipende da Loro, ma ci hanno aiutato le letture di oggi. La prima lettura ha detto che il Signore è pronto a perdonare tutte le offese del popolo di Israele e il popolo di Israele sente questo amore. Chissà quanti, miei cari, hanno cambiato vita perché hanno capito che nonostante i loro peccati, le loro fragilità c’era l’amore, la misericordia di Dio che perdonava e dava realmente vite nuove.

E’ da quando mi sono svegliato che sto pregando senza interruzione: anche la bella Ave Maria che abbiamo detto con Monsignor Pirovano, prevosto di Erba e decano della nostra zona, l’ho sentita come una grazia che la Madonna mi dava per dirmi: “... sei con la Chiesa, vivi di Dio!...”. E sono andato avanti a pregare per tutta la mattina, perché così miei cari dobbiamo sentire la vicinanza con Dio, lo stretto abbracciarci per vivere insieme. Sulla scia di questi pensieri che certamente venivano dall’alto, mi è venuta in mente la mia casa, dove ho trascorso 11 anni e poi alternando con le vacanze la vita in Seminario, ma in quella casa, che sento ancora come se fosse ancora dentro adesso, in quella casa c’era veramente Dio e ringrazio papà e mamma che mi hanno tenuto stretto insieme con loro e quindi han messo tutto ciò che è divino. Venivano in casa mia sacerdoti della parrocchia e quindi pian piano il Signore ha lavorato e poi ad un certo punto mi ha fatto sentire: “… non puoi anche tu diventare sacerdote?...” e a 11 anni sono andato da Don Bosco. 11 anni!! Qualcuno piangerebbe! abbandonare un figlio a 11 anni! Certo avrà pianto la mia mamma, il mio papà, i miei famigliari, ho pianto anch’io andando fuori di casa, ma sentivo dentro che avevo qualcosa che valeva di più, anche di questa mia casa: Dio, Maria, i Santi, e allora abbiamo iniziato questa vita nuova seminaristica che mi ha condotto a compiere 91 anni. E poi in seminario sono entrato il 28 giugno 1953! Grazie Signore, grazie! e poi gli anni del sacerdozio! Ho in mente tutto! Ho in mente tutti quelli che ho incontrato, certo non nei tratti fisici del viso ma in quello che trovavo nel cuore: la fede, che avvicina al Signore, e questa ci deve essere nella vita di tutti.

La seconda lettura di oggi ha parlato veramente in maniera seria rimproverando i Galati, e chiamandoli stolti perché diminuiva la loro fede, credevano ad altro più che alla fede annunciata da San Paolo. Invece noi andavamo avanti in Seminario fin quando arriva il sacerdozio e col sacerdozio l’impegno a mettere questa fede nella vita di tutti. Miei cari, 91 anni! Chiedo perdono al Signore se gli ho dato qualche dispiacere, chiedo grazia che il mio sacerdozio abbia compiuto del bene e imploro che il resto della vita che Lui mi dà, sia improntato a quella santità che mi farà terminare il dono della vita che Lui mi ha dato, il dono della casa, il dono di genitori, il dono di essere parroco ad Arcellasco e poi per volontà di Maria, la missione radiofonica. Maria mi ha voluto in radio, mi hanno formato, il giorno in cui son diventato sacerdote, i tredici anni prima ad Albavilla. Ero là così bene come parroco, e invece no! Lei ha voluto creare una radio Sua e ha chiamato me ma poi subito dopo voi e siete qui anche voi insieme con Lei con questa radio e insieme con me diffondiamo il bene che Lei vuole.

Oh miei cari! Sentiamo questa gioia! siamo con Maria, Colei che ci ha dato Gesù, quindi siamo non col mondo. Il mondo lo dobbiamo lasciare. Ciò che interessa è dove sono diretto! E sono diretto al Cielo. Questo mi deve interessare! Quindi state con i vostri sacerdoti, amateli, pregate per loro, aiutateli che realmente tutti insieme siamo già un anticipo di Paradiso.

Grazie Mamma per tutto quello che hai fatto nella mia vita, grazie Gesù, grazie Papà divino, Spirito Santo e grazie a tutti quelli che ho incontrato in questi 91 anni, grazie a tutti quelli che qui stanno collaborando a portare avanti il disegno di Maria, stringiamoci davvero tutti insieme! Mamma, stringici a te, e fai in modo che stiamo sempre con Te a camminare sulla via del cielo.

Omelia del 24/01/2021

 

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“Quando siamo a Messa sentiamo
la preziosità di questa Parola?”

Ecco miei cari! Abbiam messo il Vangelo in fondo alla Cappellina quasi ad accogliere quelli che entrano, come a dire: “ .. vieni ad ascoltare una Parola che deve diventare la tua vita! … “ E siccome questa Parola è Dio, Dio deve diventare la tua vita! La Parola di Dio come Gesù, il quale era appunto come vi dicevo prima della Messa chiamato in latino: Verbum, Parola. Parola di chi? Di Dio. E noi quando siamo a Messa sentiamo la preziosità di questa Parola? Dio parla e noi non lo ascoltiamo o non lo ascoltiamo con attenzione a suscitare veramente una vita come Lui la suggerisce. Giornata della Parola di Dio! , l’ha iniziata l’anno scorso Papa Francesco e ha ragione perché è la Parola di Dio che da duemila anni, da quando il Verbo Parola di Dio è sceso sulla terra da Maria. Lo dice bene, ma proprio bene San Giovanni Evangelista all’inizio del suo Vangelo raccontando che questa Parola di Dio è Dio stesso. Ricordatevi quello che dice San Giovanni all’inizio del suo Protoevangelo: “… in principio era il Verbo…”. Verbo il Figlio di Dio, la Parola di Dio, in principio era il Verbo e il Verbo Dio era presso Dio. Sfido, erano una sola Persona perché noi sappiamo della Trinità, ma Padre, Figlio, e Spirito Santo sono un solo Dio. Quindi il Verbo era presso Dio, e la conclusione – bellissima - e Dio era il Verbo, quindi Parola di Dio e Dio sono un tutt’uno rivolti a noi. Ci vogliono bene, ci vogliono con Sé, e la Parola di Dio è per imparare a cercare Dio, a stare con Dio, a vivere di Dio.

Miei cari ve lo dico in latino queste parole: in principium erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum, ecco il mistero del cristianesimo, un Dio unico che esiste da sempre: Padre Figlio e Spirito Santo, un Dio unico in Tre persone, come sarà? Vedremo in Cielo questo mistero! E il Verbum erat apud Deum presso Dio, et Deus erat Verbum, e il Verbo era Dio! Quindi noi stiamo facendo festa alla Parola di Dio oggi. Ma sempre dobbiamo far festa, ascoltare Dio volentieri, perché Lui fa vedere tutto il Suo amore, anche quando l’uomo pecca, dopo essere stato creato da Dio. Dio perdona, per amore e parla ancora con l’uomo. Poi è venuto addirittura il Figlio di Dio sulla terra in Te Mamma, e Dio e uomo Gesù ha illuminato tutta quanta l’umanità, ha detto queste cose che stiamo dicendo, ha parlato di questo Dio Amore, di questo Dio che crea, di questo Dio che perdona il peccato, di questo Dio che parla in Gesù e di questo Dio che parla adesso da duemila anni attraverso la Chiesa per dire le cose di Dio e farle diventare nostre.

Abbiam sentito nel Vangelo i vari terreni in cui cade il seme, che Gesù dice con chiarezza, è la Parola di Dio, e la Parola di Dio che scende da Dio dal Cielo e viene sulla terra in noi uomini, trova terreni, strade che non accoglie la Parola di Dio. E se l’accoglie, basta un raggio di sole, cioè un niente umano, e la distrugge, oppure in un terreno pieno di sassi cade la Parola di Dio e basta un niente e scompare, cade sui rovi di spini che la soffocano e finalmente cade in un buon terreno e produce frutto.

Miei cari in questa giornata della Parola di Dio che cosa vogliamo essere? Che terreni che accolgono la Parola di Dio vogliamo essere? Strada di sassi ci mangia e i rovi ci soffocano le cose del mondo: le spine, le preoccupazioni, le sofferenze soffocano. Oppure vogliamo essere terreni buoni, cuori buoni che accolgono la Parola tutte le volte che la sentono alla domenica mattina la Messa. La Parola di Dio è solenne: è la prima parte della Messa. E questo in ogni Messa. Ma la domenica vengo, o Signore, per ascoltare che cosa? Se non ascolto e se non accetto e se non vivo in quella settimana la Parola di Dio sono: “un povero cristiano” che non vive la sua vita cristiana, che è vita di Gesù, che è vita di Dio, che Lui ci ha trasmesso con la Sua Parola.

Oh miei cari che vita, che scelta! O vita ascoltando Dio e si vive divinamente e quindi la vita riuscirà per tutta l’eternità nella felicità di Cielo, oppure non si ascolta e si ascolta il mondo e distruggiamo la nostra eternità. Scegliamo, scegliamo, ma scegliamo bene! Chiediamo l’aiuto anche a te Mamma! Tu hai fatto di Dio Verbo, Parola di Dio, una voce che si è sentita anche qui sulla terra. E asceso Gesù al Cielo questa voce si è rinnovata e si rinnova per mezzo della Chiesa.

L’ascoltiamo la Chiesa? Ascoltiamo quello che ci dice? Viviamo quello che ci dice? Mamma te lo chiediamo come dono: innamoraci della Parola di Dio, falla diventare nostra vita e sia essa a guidarci nel bene sulla terra per immergerci quando saremo in Cielo nella gioia e nella perfezione di Dio.

Omelia del 17/01/2021 
Domenica delle Nozze di Cana

 

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Un giorno saremo in Paradiso
a banchettare con Dio

Ecco miei cari, prima di arrivare nella Santa Messa al punto in cui Gesù muore e risorge cioè alla consacrazione, abbiamo le letture per sentire fino a che punto arriva Gesù ad amarci, come ci ama! Come veramente ci stringe al cuore e ci dice: “farò e faccio tutto per te!...”. Infatti il banchetto di cui parla la prima lettura dice che avremo di là nell’eternità una vita da “banchetto”. A tutti piace banchettare, qualunque sia ciò che si ha davanti; Noi nel banchetto di cui si parla avremo addirittura Dio! Dio! Miei cari saremo con Dio! Pensate! Chissà come sarà il Paradiso! E noi proprio lo imploriamo! Oh Signore che hai parlato e hai fatto parlare i tuoi profeti di banchetto, aiutaci in questa terra ad essere così ben religiosi da meritarlo questo banchetto e sia veramente tutta la nostra eternità.

Oh miei cari sentiamolo! Dio come “banchetto”! Dio quindi tutto “gustoso”, tutto “gioioso”, tutto “perfetto”, tutto “santo” per noi, perché la profezia di questo banchetto che sarebbe avvenuto l’abbiamo in Gesù. Ecco il Figlio di Dio è venuto dal cielo sulla terra per essere Colui che realizza questo banchetto di grazia, e Gesù l’abbiam visto a Natale è nato bambino come gli altri bambini. Solo che in Lui c’era Dio, perché è sempre stato Figlio di Dio da tutta l’eternità, e in grembo a Maria diventa anche uomo perché interviene lo Spirito Santo. Gesù è anche uomo, perché noi avevamo bisogno di mandar via da noi tutto il male che c’è perché solo i puri di cuore vedranno questo banchetto, gusteranno Dio per tutta l’eternità!

A credere a queste cose, ha detto la seconda lettura, ci vuole una grande fede, che ci lega a Gesù che ha realizzato queste cose. Gesù ti crediamo in tutto quello che hai fatto, in tutto quello che hai detto, la tua vita sia la nostra vita. E Gesù eucaristicamente guardate come viene in noi: tra qualche momento quando il pane e il vino saranno diventati Gesù, Lui verrà nel nostro cuore. Ecco il banchetto eterno con Dio già si realizza qui in terra con l’Eucarestia, con la Comunione, con la Messa, e Gesù viene nel nostro cuore e vive con noi, ma per fare questo bisogna essere a posto di dentro: Forse abbiamo delle cose che non piacciono a Gesù: è il male che è il contrario del bene, il male che possiamo fare qui in terra rispetto al tutto bene che è Gesù e che vuol vivere con noi adesso per vivere con noi sempre di là.

Allora Gesù come abbiam sentito nel vangelo hai cambiato l’acqua in vino, fa lo stesso con noi. Se vedi delle cose che non ti piacciono, cambiale! E da male trasformale in bene e fa che questo bene ci mantenga vicini a Te come stanno vicini due che hanno celebrato le nozze. Gesù, anche noi abbiamo celebrato le nozze del battesimo e siamo diventati cuori che ti amano, cuori che ti dicono: aiutaci a vivere santamente, perché ci siano un giorno anche le nozze eterne, quindi il cambiamento! Via il male, miei cari, dai nostri cuori, e dentro mettiamo l’impegno del bene che ci porterà un giorno al banchetto del Paradiso.

Omelia del 10/01/2021

 

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Dopo un periodo di assenza dovuta al lock down per il covid, don Mario è tornato a celebrare la santa messa in diretta. Ecco l’omelia pronunciata nella messa della domenica 10/01/2021, festa del Battesimo di Gesù

 

Il Battesimo ci ha fatti figli di Dio,
figli di Maria, figli della Chiesa

 

Oh miei cari, grazie a questo annuncio del diacono Lucio che ci apre davanti la festa di oggi: il Battesimo di Gesù! Come vola il tempo liturgico! Abbiamo appena vissuto il tempo di Natale, abbiamo vissuto il tempo dell’Epifania … siam già qui al Battesimo che vede già grande Gesù, all’inizio della sua vita di predicatore, in nome del Padre, del Suo Vangelo, fino alla morte che stiamo rinnovando in questa messa. Come ci hai amati Gesù fino alla croce! Dalla culla di bambino alla croce di vittima per la salvezza di tutti. E poi la risurrezione, l’ascensione al Cielo: in Cielo prepara i posti anche per noi, attraverso la Chiesa. E tutti noi siamo chiesa, tutti abbiamo un impegno, il Battesimo ci ha fatti figli di Dio, figli di Maria, figli della Chiesa. Nella Chiesa, ovunque ci troviamo, dobbiamo essere felici di fare qualcosa perché Dio venga sempre più conosciuto, amato e donato - attraverso l’apostolato, come fa Radio Mater - anche agli altri. E allora viviamola questa festa. Sentiamola che avviene in noi, nel nostro cuore. Non è appena un ricordo di un fatto passato: Gesù che si fa battezzare da Giovanni Battista e basta. Cosa ha mai fatto Gesù con il suo battesimo? Ha benedetto e santificato quell’acqua che è diventata l’acqua battesimale di ogni località e di ogni tempo, anche la nostra, quell’acqua che ha battezzato ciascuno di noi che ci ha resi figli di Dio. Se, miei cari, pensassimo: “figli di Dio!”! Noi, con le nostre fragilità, figli di Dio. Come facciamo, Dio Padre, a sentirci e a vivere da tuoi figli, con le debolezze che abbiamo, con una vita che ci porta al male. Ma Tu sei tanto buono che tutto perdoni, tutto il male elimini e ci elevi fino a essere cuori che ospitano Te, impegnati a vivere da figli di Dio.

Che cosa bisogna fare miei cari per vivere il nostro battesimo? Forse non sappiamo neanche il giorno in cui siamo stati battezzati! Andate a scoprirlo e tenetelo veramente presente, gioendo in quel giorno, facendo festa come facciamo con il compleanno della vita terrena. Con il battesimo siamo nati alla vita divina, e perché non lo ricordiamo? Perché non sappiamo che giorno è? Oh miei cari diventiamo davvero più cristiani come ci ha fatto il Battesimo: cristiani! Cioè di Gesù, come Gesù figli del Padre. Gesù grazie di quello che hai fatto. Padre grazie di accoglierci come Tuoi figli. Al Padre Divino Gesù ha aggiunto la Sua Mamma, come nostra Mamma, e adesso la Sua Chiesa come Madre nella fede.

La seconda lettura di oggi ci parla con chiarezza che tutto avverrà in noi divinamente nella fede, se avremo fede. La fede di cui parliamo sempre, è il dolce legame che ci lega a Gesù, che ci fa pensare a Gesù, amare Gesù, ascoltare Gesù, vivere Gesù in noi, in modo che il peccato non ci tocchi più, e sia la virtù, la santità a rendere la nostra vita veramente divina.

Miei cari gustiamola questa festa del Battesimo di Gesù pensando al nostro, e viviamolo il Battesimo, ogni giorno, ogni istante della vita. Ma in che maniera direte voi?
Primo, nell’intimità col Dio di cui siamo diventati figli: preghiera, preghiera, preghiera, intimità con Dio, santa Messa nelle domeniche, ma anche nei giorni feriali se possiamo, e poi il Santo Rosario e tutto quello che di Parola di Dio può entrare dentro di noi. Quindi, primo dovere del Battesimo è l’intimità con Dio
Secondo, l’impegno del Battesimo è la virtù: diventare figli di Dio davvero anche dentro di noi e nella vita. Fate passare tutte le virtù per vedere se sono dentro di noi, e poi il
Terzo impegno, che è stato anche di Gesù: la sofferenza. Lui con la passione, noi con le nostre sofferenze, malattie o altro dispiaceri.
Ricordiamo davvero il Battesimo più che possiamo, e come ho detto altre volte: mi è stato suggerito di dire spesso: “Mamma che mi sei Mamma davvero perché Gesù lo ha detto, aiutami a essere ogni giorno splendido nella virtù del mio Battesimo, proprio come quando l’ho ricevuto, quando siamo stati battezzati, pensate: tutto il male è andato via! Del peccato originale con il battesimo ricevuto da piccoli o da adulti, tutto il male è sparito. C’è posto solo per Dio. Il Battesimo purifica e apre il cuore al Padre Divino, a Maria, alla Chiesa per noi qui anche a Radio Mater e tutti insieme diventiamo veramente santi.
Coraggio miei cari, Battesimo di Gesù, nostro Battesimo, vita insieme santa sulla terra per essere vita di gioia di intimità insieme in Cielo

Omelia del 25/10/2020

 

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Miei cari che siam qui: la croce!
La amiamo? La sentiamo nel suo valore?

Abbiam sentito miei cari che la vita consiste nel vivere quello che ha vissuto Gesù per noi! e allora siam qui – e noi sappiamo bene cos’è la messa, come si svolge, che frutti divini dà - siam qui per dire a Gesù: “la messa riassume la Tua vita d’amore che è arrivata perfino a morire per farci vivere divinamente”. La messa veramente ci unisce, ci attacca a Gesù, ci fa veramente vivere con Lui, con quello che ha detto.

Ecco la prima parte della Messa: la Parola, quindi ci attacca a quello che Lui ha detto perché diventi vita, per poi realizzare l’atto supremo dell’amore in Gesù che è appunto quello di accettare la passione e di morire sulla croce per strapparci il peccato dal cuore e per farci vivere divinamente.

È stata interessante la prima lettura di oggi che ha detto che tutti abbiamo bisogno di Gesù! tutti, quelli che già ce l’hanno per farlo diventare veramente l’impegno e la gioia della propria vita, una vita come quella di Gesù! Era Dio e ha voluto farsi uomo per salvarci e allora noi siamo uomini ma dobbiamo desiderare di diventare vite divine per salvarci, per collaborare alla redenzione, alla salvezza degli altri. Ed è bella la seconda lettura, quando San Pietro si accorge che anche i pagani cioè i non battezzati, ricevevano lo Spirito Santo, le sue grazie e li faceva parlare in modo totale di Dio quasi lo conoscessero in profondità e parlavano di croce.

Miei cari si può parlare in maniera entusiastica di croce? La croce, che ha fatto soffrire Gesù e fa soffrire anche noi con le nostre sofferenze, le nostre difficoltà, i nostri sacrifici, e tutto quello che costa? Miei cari che siam qui, la croce! la croce! La amiamo? La sentiamo nel suo valore? Sentiamo che come per Gesù è stata quella che ha salvato il mondo, deve diventare anche per noi, mezzo di santità e ci fa diventare quello che aveva in mente Gesù quando soffrendo stava morendo: “Padre (avrà detto) soffro, ma fa che la croce, questa croce sulla quale sono appeso salvi tutta l’umanità, la renda tua, via il peccato, rientra nella vita di tutti Padre”, Tu che rendi divina già qui sulla terra quella vita che un giorno sarà celestiale tutta Tua, saremo tutti immersi in Te! Ed è quello che ha detto il Vangelo, questo dobbiamo sentire tutti nel cuore, quello che ha detto e che ha fatto Gesù. Avete sentito le letture: perfino i pagani parlavano come se fossero dei riempiti di Spirito Santo, mei cari!

Come la sentiamo la vita cristiana? La vita e basta perché non ne esiste un’altra al di fuori di quella cristiana, come la sentiamo? La vogliamo vivere con Gesù? Oh Mamma! Lo chiediamo a Te che sotto la croce hai capito cosa faceva, cosa diceva Gesù, soffriva per salvarci! Mamma attaccaci a Gesù! che la nostra vita sia come la Sua, e un giorno questo essere “di croce” come Gesù, sarà di gioia in cielo.

Omelia del 18/10/2020

Festa della Dedicazione
del Duomo di Milano

 

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“Ogni chiesa è bellissima, è santissima perché
ogni chiesa contiene Dio, è la casa di Dio”.

Oh miei cari! Stiamo vivendo davvero una festività che deve lasciarci il segno divino nel cuore, Dio ha tanto amato gli uomini che oltre aver dato la vita, essere andato in croce è risorto per salvarci dal peccato e insegnarci con il Suo vangelo la strada che porta alla vera felicità: il Paradiso! Ha inventato anche delle case in terra (le chiese) che sono Sue, dove Egli abita e dove ci vuole per passare del tempo anche materiale, per poter anticipare lo stare insieme con Lui, che sarà un giorno tutta l’eternità quando saremo nella Chiesa più bella che è il Paradiso. Ecco perché si fa festa al Duomo di Milano come ogni Diocesi fa festa alla sua cattedrale, al suo Duomo. Far festa alla cattedrale, al Duomo, vuol dire riconoscere il giorno in cui la casa, la chiesa grande e bella o piccola è diventata la casa di Dio: la festeggiamo perché in essa c’è Dio. Abbiamo sentito nella prima lettura che Dio ha creato l’universo: angeli, noi uomini, gli animali quadrupedi, il cielo, la terra, il sole, le stelle tutto, in ogni chiesa c’è Dio che ha fatto tutto, oltre che noi, e quindi è giusto che lo onoriamo, lo adoriamo, gli facciamo festa e lo preghiamo, perché Lui che è Onnipotente ci dia tutto quello che gli chiediamo, perché ne sentiamo bisogno.

Il Duomo di Milano: tutti noi l’han visto, vi sono entrati, o sulle fotografie, che monumento! Che monumento! Ebbene oggi festeggiamo il giorno in cui da monumento artistico bellissimo è diventato Chiesa, contiene Dio, si fanno i misteri divini. Ce l’abbiamo in mente in questo momento, ci viene in mente, con tutte le sue guglie che guardano in cielo e che invitano ad essere anche noi col cuore “guglie” che guardano in cielo, che cercano il cielo, che desiderano il cielo, e che aspettano un giorno di abitarlo. Il Duomo con le sue guglie! Su il cuore verso il cielo, questo ci dice innanzitutto il Duomo di Milano: su! Su! Su il cuore verso il cielo! Ma, miei cari, come il Duomo di Milano è bellissimo, ogni chiesa è bellissima, è santissima perché appunto ogni chiesa contiene Dio, è la casa di Dio dove il Signore ci guida, ci vuole con Sé. Ecco perché ha voluto la Chiesa, quella di anime, dicendo ai dodici apostoli di fondare, e mandando lo Spirito Santo a rendere santi gli apostoli perché facessero la Chiesa, quella ripeto di anime, di cuori, e poi costruissero anche le chiese di mura, come case di Dio per andarvi in preghiera come ha detto e abbiamo sentito adesso nel Vangelo: a pregare.

La mia casa, disse Gesù, è casa di preghiera, preghiera multipla, pensate nella chiesa di Dio noi siamo diventati chiesa d’anime col battesimo, famiglia di Dio: ce l’abbiamo in mente la chiesa del nostro battesimo? Ci viene in mente ogni tanto? Sentiamo la gioia che in quella chiesa siam diventati figli, famiglia, chiesa di anime, o non sentiamo più niente né verso la chiesa del battesimo, né verso il battistero, né verso lo stesso battesimo che ci ha fatto chiesa, famiglia di Dio.

Oh miei cari sentiamole queste cose e guardate in ogni chiesa grande o piccola, bella o meno bella, si celebra la Santa Messa. Come la Messa che vedremo in Cielo: Gesù che muore, Gesù che risorge, Gesù che insegna. Amiamole le nostre chiese, sentiamo che là nelle nostre chiese troviamo con la Santa Messa la redenzione, che ci strappa il peccato e ci mette dentro Dio, pensate cos’è la chiesa! Ci mette dentro Dio perdonandoci il male che nella nostra fragilità a volte commettiamo. E pensate che in ogni chiesa riceviamo la Comunione! La comunione!

Chissà se durante la giornata ci viene in mente la nostra chiesa, le comunioni che facciamo e dialoghiamo con Dio: ciao Gesù sei in me, hai trasformato anche il mio cuore in chiesa. Se i me come Tu in ogni chiesa sei nel tabernacolo per vivere con noi, mantenendo la promessa che quando eri qui in terra hai fatto: “… io starò con voi sempre tutti i giorni fino alla fine del mondo…”. Nelle nostre chiese Tu sei nel tabernacolo, ma tocca a noi sentirti, venirti a trovare, riceverti nel cuore e trasformare il nostro cuore in tabernacolo.

Quante belle cose! Sentiamole! E ci sarebbe proprio motivo di dirne tantissime altre cose belle delle chiese, e noi stessi, ripetiamolo, siamo chiese perché col battesimo siamo diventati famiglia di Dio, viviamo con Dio, siamo veramente chiesa, siamo famiglia di Dio, viviamo le nostre chiese di mura sentendoci noi chiese di Dio, chiese di fede, chiese d’amore, chiese di santità.

Oh Duomo di Milano grazie d’averci messo nel cuore tutte queste realtà di vita! Mamma! Che sei la chiesa più bella perché in Te è entrato il Figlio di Dio a diventare Uomo, a diventare Gesù, a diventare nostro Salvatore, facci sentire chiesa e faccela amare la chiesa nostra, quella che abbiamo più vicina a casa, che diventi la nostra seconda casa dove troviamo Gesù, dove troviamo Dio, dove abbiamo la grazia di avere tutti quei doni che sono necessari per noi. E allora, un giorno, se siam vissuti in chiesa sulla terra, entreremo nella chiesa più bella che dura per sempre, in una felicità senza fine: e sarà una chiesa “artistica” in una maniera che non ne abbiamo idea, perché è il Cielo, il più bello, il più santo: il Paradiso.

Omelia del 27/09/2020

 

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LA STRADA DI NOI CRISTIANI:PREGHIERA,
PAROLA DI DIO, VITA CRISTIANA.

Sento gioia miei cari, nel rivolgervi ancora una volta, nonostante le mie difficoltà di salute, la Parola. Oh a non parlarvi come mi sento triste! Perché sento che la missione del sacerdote è proprio tra le altre, l’annuncio della Parola di Dio, e in questi tempi come mi dispiaceva non annunciare il Signore, non annunciare Gesù, non contemplare insieme quello che Lui ha fatto e sofferto, per strapparci il peccato dal cuore e metterci nuovamente Dio. Provo oggi a vedere se riesco perché sarebbe una gioia grande il poter dire: … toh oggi ho parlato di Dio, a coloro che la Mamma ha mandato nella Sua casa a vivere nella Sua Cappellina, quella che c’è nel Suo cuore e che Lei vuol trasmettere a noi con amore, quell’amore di cui abbiam sentito parlare nella Parola di Dio di oggi.

Oh miei cari ascoltiamoci, anzi ascoltiamo Maria che ci parla. Ascoltiamo Gesù che ci parla e interpretiamo la Chiesa che ha avuto da Gesù l’incarico di mettere nel cuore di tutti quello che il Padre ha detto a Suo Figlio Gesù quando si faceva uomo nel grembo di Maria, quello che Lui doveva dirci in Suo nome. Allora, qual è, ci chiediamo, la sostanza della Parola di Dio oggi? Abbiam sentito ripetutamente: amore!, amare!, amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze. E’ bello.. è bello sentire e prendere come programma di vita questa espressione che già abbiam sentito nella prima lettura per il modo di essere Israelita. Oh Parola di Dio, già nell’Antico Testamento e che poi - l’abbiam sentito nel Vangelo - è venuto anche dalla bocca, dal cuore di Gesù, il più grande comandamento è appunto l’amore. Ma amore a chi? Dice la Parola di Dio di oggi: innanzitutto amore a Dio, che è Amore, e che ci vuol come Lui: amore!, per questo Gesù ha inventato un Sacramento: il Battesimo, che togliendo il peccato originale dal cuore ci riempie di Dio Amore, perché veramente amiamo. E allora cerchiamo almeno tre strade per amare veramente il Signore: Amerai il tuo Dio con tutto il tuo cuore. Miei cari, cos’è questa richiesta? Gesù vuole il cuore, ci ama, ci vuole vicini, ci vuole suoi e allora ecco:

* la preghiera, la prima strada per amare Dio è la preghiera, che ci mette a contatto con questo Dio Amore e che si fa amore, miei cari! Ecco la domanda: preghiamo noi durante le nostre giornate? Iniziamo le nostre giornate, ogni giornata svegliandoci con la preghiera. Com’è bello! mi sveglio. Toh e allora prego: nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, Padre Divino, Gesù, Spirito Santo, perché il cristianesimo è appunto l’unica religione vera, perché ci fa adorare quel Dio che è Unico: non ne esistono altri da adorare, da amare, da seguire. E allora: Padre Divino, Gesù, Spirito Santo Unico Dio in Tre Persone, oh miei cari! Unico Dio in Tre Persone, umanamente impossibile! Vedremo in Paradiso questo mistero, ecco: l’inizio della giornata, grazie della notte, grazie del giorno nuovo. E poi durante la giornata il ricordarci di Dio, offrire tutto a Lui, il sentirLo dentro di noi che vive con noi, amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore: la preghiera!

* la seconda strada dell’amore a Dio: con tutta l’anima! La mente, ecco l’incontro con la Parola di Dio, il cristiano vero ama che Dio gli parli, in qualunque modo, nel silenzio del suo cuore, della sua coscienza, o in pubblico quando siamo in chiesa, ed è la Chiesa incaricata da Gesù che ci parla di Dio, ci dice la Parola di Dio perché veramente illumini la nostra mente e la spinga alla fede. Ce l’abbiamo questo amore alla Parola di Dio? Rispondiamo nell’intimo di noi stessi, abbiamo più amore alla parola umana di realtà materiali o della Parola di Dio?

* Terza strada dell’amore a Dio: la vita! Con tutte le forze, dice il Signore, le forze! Cioè quello che facciamo, la vita di ogni giorno la viviamo da cristiani veri? Ecco la terza strada per dimostrare amore a Dio, miei cari continuo a farvi domande, siamo veramente cristiani? Viviamo veramente da cristiani? E cioè senza il peccato che va contro Dio anziché amarLo, e cercando nelle varie virtù di arrivare a quel grado di santità che Dio vuole da noi.

Mei cari le stiamo percorrendo queste strade? Le ripeto: preghiera, Parola di Dio, vita cristiana. , Purtroppo se dobbiamo constatare che il nostro vivere non è così chiediamo perdono al Signore e chiediamo a Lui amore per tutti, che ha dato perfino la vita umana che ha assunto nel grembo di Maria, stampata sulla croce per liberarci dal male e messa nell’Eucarestia, la Santa Messa per poter realizzare questa unità di amore e di vita che realmente ha fatto capire e fa capire quanto ci ama il Signore e quanto è giusto che Lui ci chieda amore. E poi la seconda realtà: amerai il prossimo come te stesso, cosa vuol dire: prossimo?, in italiano vuol dire vicinissimo, quindi amarci da vicino, amarci tutti miei cari, volerci bene, mettere Dio amore in ciascuno di noi. Amare, amare, tutti, tutti, e per amare tutti controllare per esempio la nostra lingua, perché non parli mai male di nessuno, vi ho detto tante volte che i santi anche quando si trovavano davanti a difetti di altri o addirittura a offese personali dicevano che come cristiani veri…… ripetetelo…. perchè l’ho detto tante volte: SILENZIO E PREGHIERA, silenzio non ribattendo per non litigare o non facendo la figura dell’irruente che agisce veramente in maniera eccessivamente forte, tace, non ribatte, silenzio e poi nell’intimo del cuore: preghiera, dire dentro: Gesù correggi questa persona che si comporta male e portala a comportarsi bene. E poi davvero la mitezza, l’umiltà, il non litigare, rispettarci. Abbiamo dentro il Signore, sentiamoLo e vogliamoci bene, aiutiamoci se siamo nel bisogno e soprattutto preghiamo gli uni per gli altri perché la nostra vita sia veramente cristiana e perché avvenga questo chiediamo che come si è parlato nella seconda lettura di quella realtà che si faceva all’inizio al popolo di Israele: la circoncisione il taglietto nel corpo per far uscire una goccia di sangue, quasi ad anticipare in noi quello che sarebbe avvenuto in Gesù, tutto da una goccia tutto il suo sangue per noi. Noi al posto della circoncisione come cristiani abbiamo il Battesimo: amiamolo il nostro Battesimo, sentiamolo, quando sentiamo la parola Battesimo… chiediamoci lo sto vivendo? Mi ha veramente fatto cristiano e mi fa vivere da cristiano? Così miei cari, speriamo di esserci illuminati insieme, e volerci bene insieme, parlando di Dio e delle cose divine e anche della Chiesa che deriva dalla redenzione di Gesù e perfino di Radio Mater che la Mamma ha voluto proprio per queste cose, per dirci queste cose e implorare con la preghiera di saperle vivere.

Coraggio quindi ci siamo sentiti insieme, continuiamo il nostro cammino perché sia tutto miei cari un cammino d’amore!

Omelia del 06/09/2020

 

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Gesù ci dice: “... donati agli altri
e fa tutto il bene che puoi...”

Oh miei cari abbiam sentito la Parola che Dio si degna rivolgere a noi uomini, nonostante il peccato interrompa la vita tra Lui perfetto e noi difettosi. Ma Dio è il Padre della Misericordia e intende perdonare e continuare il colloquio d’amore tra Lui e noi che ci ha voluti Suoi figli. Allora tocca a noi sentire, anche dalle parole di oggi quanto desidera Dio Padre sentirci Suoi figli. Siamo noi che dobbiamo sentirci Suoi figli davvero, il battesimo ci ha fatti Suoi figli ed è bello sentire che quel momento non c’era niente di male in noi che impedisse che Lui Dio fosse nostro Padre e noi figli fossimo Suoi figli. Il male, qualunque tipo di male, il battesimo l’ha strappato e ci ha messo dentro il divino.

Gesù che per realizzare questo ha ubbidito, ha detto nel Vangelo, al Padre facendo quello che il Padre ha voluto da Lui, la morte in croce perfino, e lo Spirito Santo che dentro di noi è entrato col battesimo, ci “lavora”, ci aiuta se noi collaboriamo a sentire quanto è bello essere figli di Dio. Vorrei farvi una domanda: “… Se è bello essere figli di Dio, miei cari, attenzione eh!... quante volte noi figli in un giorno, ci ricordiamo del Padre Divino?”. Se la risposta è: ...mai!!...” che tipo di figli siamo?, se è: ... ogni tanto!... “ che tipo di figli siamo?, se invece è: “... spesso!...”, allora vuole dire che vivo la mia vita materiale facendo sì le mie cose, i miei lavori, ma Dio Padre ce l’ho qui! E ogni tanto dico nell’intimo del cuore: “... Padre quello che sto facendo anche se mi costa sacrificio lo faccio per Te, perché Tu Dio mi hai dato la vita, me la mantieni, la vorrai un giorno con la morte ma per farmi venire con l’anima in cielo...”. Allora sì il cristianesimo è la religione vera! Un solo Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo e ciascuno di noi che vogliamo veramente essere Suoi figli, santificati dal Sacrificio che Gesù sta rinnovando anche in questa messa.

Oh miei cari l’abbiam sentito: Dio che nella prima lettura dice che rinnoverà tutto in Israele e Gesù ha rinnovato veramente tutto nella vita dell’uomo, se l’uomo va a Lui, se l’uomo lo sente, se l’uomo gioisce di avvertirlo nel cuore a vivere con Lui. Oh Gesù! ti vogliamo bene! come Tu vuoi bene al Padre, Spirito Santo seguiamo le Tue luci! Ecco San Paolo ha detto che la Luce vera è Cristo, e allora Gesù Spirito Santo fate in modo che questa luce divina abbracci la nostra vita e la faccia tutta di Dio. Allora sì che sentiremo che la nostra vita è valida, come è stata valida la vita di Padre Luigi Monti, la cui reliquia abbiamo qui davanti all’altare, che giovane, fin da giovanissimo si è sentito del Signore e prendeva altri giovani, li portava in casa facendone un oratorio e li portava al Signore, finchè la chiamata da parte di Dio è stata totale e ha fondato la Congregazione dei figli dell’Immacolata e si è dato a tutti: poveri, piccoli, malati, tutta la sua vita donata agli altri. Chi è con Gesù che si è donato a noi, sente che la sua vita la deve adoperare anche per gli altri oltre che per diventare santo lui personalmente. E santo lo si diventa imitando Gesù che si è donato a tutti e dice anche a noi: ... donati agli altri e fa tutto il bene che puoi... miei cari sentiamo questo?

E sentiamo anche in questo che possiamo essere aiutati da Maria? Oggi la prima domenica del mese, la domenica qui in Capellina in cui si fanno le consacrazioni, cioè si prende la proprio vita e si dice: “... Mamma la do a Te perché Tu mi aiuti a renderla sempre più Tua nella virtù, nella santità, nella preghiera, perché sia veramente del Tuo Gesù... “ e come dice Gesù nel Vangelo Lui Gesù ci faccia tutti e totalmente del Padre con lo Spirito Santo che ci sostiene in questo impegno gioioso ma costoso, non spaventiamoci delle costosità: offriamole, offriamole!

Io tutte le volte che vado in ospedale, durante il viaggio e quando sono sul letto durante la dialisi, dico sempre: “... Mamma tu senti quanto mi costa! Ma questa costosità la do a Te perché sii Tu ad interessarti della mia salute... Facciamolo anche per la parte spirituale e, miei cari, la vita sarà bella perché anche in tutte le costosità, non saremo soli. Maria, a cui ci siamo consacrati, sarà con noi. I Santi, Gesù che rinnova nella messa il Suo donarsi, saranno sempre con noi. E il Padre gioirà perché dirà: ... sei veramente mio figlio!...” e ci abbraccerà per dirci - provate ad indovinare? - Per dirci, se qui in terra la vita è tutta Sua nel bene, cosa ci dirà? “... Arrivederci in cielo! … arrivederci in cielo! Arrivederci in cielo! ... Miei cari che sia per tutti così!

 

Cari amici di Radio Mater, le omelie delle domeniche mancanti non sono state pubblicate perché don Mario non ha celebrato la santa messa perché indisposto. Dal 6 settembre ha ripreso le celebrazioni.

 

Omelia del 19/07/2020

 

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“Quello che si soffre in Terra,
sarà felicità per sempre in Cielo”.

Come chiamare questa domenica miei cari? Se vogliamo chiamarla : “la domenica della “porta stretta”. L’abbiam sentito adesso nel Vangelo che il Diacono Lucio ci ha messo nel cuore, Gesù che ad uno che chiedeva se erano pochi o tanti quelli che si salvano dice: “… sforzatevi di entrare dalla porta stretta…”. In Cielo si va, se siamo capaci qui in terra di compiere quello che è stretto, che si sente come sacrificio addosso a noi, in noi, tutto quello cioè che ci distoglie dal Signore, da Gesù. Gesù è l’Arca dell’Alleanza, che abbiam trovato nella prima lettura che il Signore proprio a Giosuè indica come l’Arca, davanti alla quale mettere 12 pietre per poter offrire davanti all’Arca i sacrifici al Signore. La potenza di quest’Arca dell’Alleanza, che conteneva le due tavole della legge cioè i dieci comandamenti dati da Dio a Mosè, rappresentano per noi la Croce, l’Arca dell’Alleanza, la Croce su cui Gesù, morendo, soffrendo cancella il peccato di noi uomini, e poi risorgendo ci ridà Dio che deve essere la nostra vita già qui sulla terra per esserlo poi in Cielo.

Miei cari, come vivere così strettamente, cioè con i sacrifici che dobbiamo compiere per eliminare il peccato da noi e come vivere con quelle sofferenze, impegni, sacrifici che ci fanno veramente vivere di Dio, vivere di Gesù che appunto morendo e risorgendo ha voluto che questo si rinnovasse in ogni messa? Noi siamo qui per la celebrazione di un’altra messa per prendere Gesù morto in croce, Gesù risorto a Pasqua, e per metterLo in noi per farLo diventare nostra vita. Proviamo a chiederci: “… ci credo veramente a queste cose?...”.

La seconda lettura di oggi ci parla con chiarezza che tutto avverrà in noi divinamente nella fede, se avremo fede. La fede di cui parliamo sempre, è il dolce legame che ci lega a Gesù, che ci fa pensare a Gesù, amare Gesù, ascoltare Gesù, vivere Gesù in noi, in modo che il peccato non ci tocchi più, e sia la virtù, la santità a rendere la nostra vita veramente divina.

Oh miei cari! Che differenza tra il vivere qui in terra materialmente senza pensare e vivere di Gesù. Chiediamola questa fede, una fede che realmente sia di preghiera, di parola di Dio, di impegno, di sacrificio, anche di sofferenza. Oggi terza domenica del mese, come facciamo qui in Cappellina, ricordiamo particolarmente una delle realtà che il peccato ha portato negli uomini, la sofferenza, la malattia, ricordiamo tutti gli ammalati di questa epidemia e in particolare i nostri. Dopo la Comunione, esponendo Gesù, chi ha avuto il bigliettino e ha messo il nome di qualche ammalato particolare, verrà qui fuori e il Diacono con Gesù Eucaristico accoglierà questo bigliettino e benedirà, perché la benedizione arrivi a questo ammalato, a tutti gli ammalati, dia la forza di offrire di soffrire come ha fatto Gesù, offrendo al Padre il suo soffrire per la nostra salvezza.

Oh miei cari! Sentiamola così questa domenica e viviamola così, chiediamo una grande fede che produca amore e vita divina e dia a chi soffre, ai nostri ammalati la forza di sentire che quello che si soffre di qui sarà felicità di Là per sempre in Cielo.

Omelia del 12/07/2020

 

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“I comandamenti li stiamo osservando? Li amiamo?”

E’ sempre bello ascoltare la Parola del Signore! La Chiesa mettendo la Parola del Signore come prima realtà anche per la liturgia più solenne che è la Messa, ci mette a contatto vivo col Signore. Ecco, come nella prima lettura Mosè chiede di vedere il volto di Dio, noi chiediamo di sentire la Sua Parola. II Signore risponde bene a Mosè: nessuno può vedere il mio volto. Lo vedremo in Cielo, qui in terra nessuno lo può vedere. E se anche in certe visioni si fa vedere, è un viso umano, ma in Cielo lo vedremo così come Egli è, il Dio della perfezione, della bellezza, della gioia, dell’amore!

Oh Signore ti chiediamo, sentendo questa espressione di Mosè: “… mostrami il Tuo volto…” e ti chiediamo di amare anche noi la preghiera e che possiamo dirti: “… fatti sentire, fammi sentire la Tua presenza nel cuore!...”. Che bello, mie cari, sentire la gioia di avere Dio in noi. Facciamo proprio della preghiera la realtà più bella di ogni nostra giornata. Non lasciamo ogni giorno senza preghiera, senza gridare che Gesù è venuto a rendere attuale quello che nella prima lettura abbiamo sentito quando il Signore dice a Mosè: “… farò un’alleanza nuova con il mio popolo…”. E questa alleanza nuova, lo sappiamo noi cristiani, è il Figlio di Dio che diventa anche uomo nel grembo di Maria. E il peccato, quando Gesù morirà in croce, sarà perdonato e l’uomo diventerà veramente un cuore solo, un’anima sola, una vita sola con Gesù. E Gesù lo preparerà, CI preparerà qui in terra a contemplarlo in Cielo, trovandolo come la nostra felicità.

Allora che cosa dobbiamo fare? L’ha detto il Signore a Mosè: “... prendi ancora due pietre come le prime che tu hai spezzato buttandole contro quel vitello d’oro che gli israeliti avevano fatto mentre tu eri qui sul monte e ti davo i dieci comandamenti...”, “... tu sei sceso hai visto che adoravano un vitello anziché Me Signore, e hai buttato le due pietre dei comandamenti sul vitello distruggendo vitello. Domani mattina verrai ancora e io ti darò nuovamente, se mi porti due tavole di pietra i comandamenti che guideranno l’umanità in tutta la vita terrena fino a evitare il peccato e a raggiungere un giorno l’eternità, la felicità del Cielo…”.

I comandamenti miei cari li stiamo osservando? Li amiamo? Li ricordiamo? Chiediamo veramente ogni giorno nella preghiera: “…fammi vivere anche oggi con i tuoi comandamenti perché tutta la mia vita sia bella Signore! Come la tua che è perfetta, che è Divina e umana, fa che noi siamo umani, certo, ma la tua grazia, la tua vita Divina entri in noi con i comandamenti e allontani il peccato e ci faccia sempre più santi! …” Ma non basta, la seconda lettura ci ha detto che nel vivere con il Signore dobbiamo diventare dei collaboratori nel bene. Ecco allora la Chiesa che collabora con Gesù, Salvatore degli uomini, e chiede ad ognuno di fare una parte di collaborazione nel bene, per poter fare ciascuno qualcosa e realizzare insieme con Gesù la Sua redenzione, come ha fatto Maria. Oh cosa ha fatto! Tutta di Gesù, come han fatto i santi, oh cosa han fatto! Totalmente suoi, così anche noi dobbiamo diventare sempre più santi e fare del bene, diventare collaboratori qui dove la Mamma ci chiama in Radio Mater o nelle vostre parrocchie, ovunque siete, fate del bene, collaborate con Gesù a salvare l’umanità per farla diventare come ci ha detto il Vangelo: “una comunità di anime beate”. Le beatitudini, le sappiamo? Le sentiamo? E ripete spesso la Chiesa nella parola di Dio, tocca a noi diventare vite così, poveri nelle ristrettezze umane, nella sofferenza, nella gioia di fare il bene, le beatitudini! Beati, beati, beati! Sì facci beati Signore! Facci beati Gesù! facendo vivere quello che ci hai insegnato come tue beatitudini, e poi ecco il Vangelo, dice: “... se vi hanno anche offeso: perdonate! Perché come io ho amato voi, anche amatevi fra di voi, non offendetevi, non siate cattivi con nessuno, siate buoni, perdonate a tutti e fate come il Padre Divino ha perdonato all’umanità attraverso Gesù!...”

Oh Mamma! Oh Santi! Gesù! prendici! Prendeteci! Fateci veramente impegnati nella santità nell’amore, nel volerci bene, nel perdonarci, nell’essere amabili, non nervosi con tutti, sia il modo più bello per vivere la vita qui in terra e sentirla un giorno immersa in Dio Amore che è venuto sulla terra a insegnarci a volerci bene.

Signore fa che ci vogliamo bene! Mamma amaci! Santi aiutateci! Che tutta la nostra vita sia veramente una vita secondo Dio qui in terra e in Cielo!

Omelia del 05/07/2020

 

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Dio ci ripete: “Ti voglio più mio!
Distaccati da quello che ti distoglie da Me!”

Oh miei cari! Ogni domenica venendo alla Santa Messa ci incontriamo con la Parola di Dio. Così anche nelle altre Messe, durante i giorni feriali, il Signore - anche se vede tante scuse in noi come abbiam sentito adesso nel Vangelo - se vede che tante volte diciamo di no, non si stanca di chiamarci. In Radio Mater guardate le trasmissioni sulla Parola di Dio: 24 ore su 24 ore, quanto Dio ci parla! Siamo noi che a volte non ascoltiamo. Invece abbiamo visto nella prima lettura Abramo, appena il Signore gli dice: “.. lascia il tuo paese e vieni dove io ti indicherò perché sarà la tua eredità…” ubbidisce, crede al Signore, lascia tutto e segue le indicazioni del Signore che lo porta a Canaan che sarà la patria degli Israeliti, che ubbidienza!

Abramo è chiamato, deve lasciare quello che ha e avviarsi verso ciò che non conosce come sarà, e ubbidisce, e ascolta il Signore, e il Signore lo porta là, dove lui con Sara darà origine a una nuova vita. E’ il Signore che crea certo, ma servendosi di un papà e di una mamma. Nasce Isacco, e poi Giacobbe e via e via, come ha detto il Signore, gli Israeliti, il popolo di Dio, il popolo che Dio ha scelto come suo, come diventerà numeroso! Obbedendo al Signore il bene che si compie è tanto, e il bene che Dio trae da coloro che ubbidiscono ai Suoi richiami e alla Sua Parola è veramente tanto. Ecco la prima domanda: “siamo come Abramo?” quante belle Parola di Dio sentiamo prima di ogni Messa, e poi in Radio Mater e poi nella Chiesa e in tutte le varie realtà, come nei misteri dei Rosari, che son tutte realtà evangeliche successe o raccontate perché in noi si faccia Natale cioè Dio che nasce come uomo per salvare l’umanità. Oh Gesù pensa: “io posso farti fare Natale, tu Dio parli e io uomo cerco di diventare come tu mi dici e tu nasci in me! Fai Natale in me, Dio e uomo in me, per salvare la mia umanità e renderla divina perché sia degna un giorno del Paradiso”.

Ma per sentire queste cose, miei cari, abbiamo avvertito in maniera forte nella seconda lettura di San Paolo, che occorre una fede grande! E la fede sappiamo è il legame che ci lega a Dio, che fa di Dio e di ciascuno di noi un cuore solo, una vita che da semplice vita terrena diventa anche vita divina, fede che si attacca a Dio, che ascolta Dio, che vive quello che Dio chiede. Abramo, lo ha detto anche San Paolo, ha ascoltato Dio, ha obbedito a Dio, e che cosa è venuto fuori da Abramo!, Lo abbiamo visto prima: Isacco, Giacobbe e via e via, un popolo, da cui ad un certo punto anche è nato da Maria anche il Figlio di Dio, realizzando poi in tutta la sua vita quello che il Padre desiderava, e cioè che il Figlio suo, diventato uomo, soffrisse, morisse in croce e poi risorgesse per redimere ogni uomo che crede e vive divinamente e salvarlo e portarlo un giorno non solo in un paese della Terra, come è stato per Abramo, ma addirittura in Cielo.

Allora era giusto quello che dicevo ieri e sento di rinnovarlo anche oggi, di chiedere una fede viva che ci leghi a Dio in modo da diventare veramente un essere solo. Ti adoro mio Dio, ti amo con tutto il cuore…. eccetera, fammi un altro Gesù! Diciamolo a Maria nella nostra consacrazione. La fede è innanzitutto pensiero a Dio. Abbiamo una fede che ci fa pensare più volte in un giorno a Dio? O passa la giornata e Dio chissà dov’è per la nostra mente. E poi la preghiera. E poi la fede. Ci rivolgiamo spesso a Dio? Dialoghiamo spesso con Dio? Gli diciamo in ogni momento della giornata: “… ti voglio bene Signore! E voglio vivere con Te!”. E poi la vita con Dio. La nostra vita deve essere una vita divina, che un giorno diventerà visione, felicità, eternità, cioè vita con Dio per sempre.

Oh miei cari! Mettiamo nel cuore anche le parole di oggi, e sentiamole come un richiamo di Dio: “Ti voglio più mio! Ti voglio più mio! Distaccati da quello che ti distoglie da Me! E attaccati di più a me e viviamo insieme qui in terra per vivere insieme un giorno per sempre in Cielo,

Omelia del 28/06/2020
PER I 67 ANNI DI SACERDOZIO

 

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“Grazie, Signore, per essere sempre stato con me….”.

Oh miei cari! Dicevo all’inizio che vi vorrei tutti insieme con me nel mio cuore per gustare questa messa che viene dopo 67 anni di sacerdozio, di messe e di tutto il resto che il Signore chiede a un sacerdote, perché sia davvero suo servo nel bene, suo ministro nel dispensare tutto quello che è divino. Io è tutta la mattina che mi chiedo: “… Gesù in questi 67 anni ti ho accontentato? Ho preso innanzitutto Te come tesoro della mia vita? del mio sacerdozio? Sei in me? Li hai vissuti con me?...” E poi ho pensato a tutti quelli che ho incontrato in questi 67 anni e quindi ci siete anche voi qui in Cappellina, ci siete voi che ascoltate ovunque Radio Mater e dobbiamo gioire di sentire che realmente 67 anni con Gesù è stato ed è (speriamo lo sia in profondità) il modo più bello per viverli questi anni e per dedicarli a quello che Gesù ci ha portato nel cuore come impegno di vita: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro Celeste”. Mi guardavo e dicevo: “… son ben lontano dall’essere perfetto! Gesù pietà di tutti i dispiaceri che posso averTi dato in questi anni! E poi pensavo al bene che con la grazia di Dio potevo aver seminato e dicevo: “Grazie, Signore, sei stato con me...”.

E poi passavo a Maria: “Oh Mamma come sento che in questi anni non mi hai abbandonato, ma sei stata con me e mi hai aiutato a sentire il sacerdozio come il dono più grande fattomi dal Signore in vita e quindi Mamma continua ad essere con me, Tu Mamma io figlio, perché il sacerdozio, che davvero mi assimila al Tuo Gesù, possa realmente portare al maggior numero possibile di cuori e di vite, quello che il Tuo Gesù ha meritato morendo sulla croce e risorgendo a Pasqua”. Mamma che davvero il mio sacerdozio aiuti tutti a strappare il peccato dal cuore, aiuti tutti a metter dentro nel cuore Gesù e a farlo diventare la propria vita. Oh certo, non è facile. Anche le letture di oggi dicono che l’umanità, anche ai tempi di Noè, il Signore la vedeva veramente staccata da Lui, piena di colpe tanto da portarlo a pentirsi di aver creato l’uomo. Allora vuol distruggere tutte queste malvagità, queste colpe che ha l’umanità. Ma c’è una famiglia, quella di Noè, giusta, santa, e il Signore la vuol salvare. Quindi comanda a Noè di costruire un’arca in cui ritirarsi lui con la sua famiglia e una coppia di ogni genere di bestiame, perché pur distruggendo l’umanità peccatrice ci sia ancora la possibilità di continuare la vita creata da Dio nel bene però! Nel bene… San Paolo nella seconda lettura parla di opere di carne e che vizi ha elencato! Speriamo di non averne! Ma anche che belle opere secondo lo spirito e speriamo di averle e di diventare santi come ci vuole il Signore. Allora miei cari, sentiamo la gioia che pur anche nei nostri tempi in un’umanità che è tanto lontana da Dio immersa nella colpa, ci sono però anche tante anime belle. E noi vogliamo essere per queste che entrano come Noè nell’arca. Per noi l’arca è Gesù stesso, è Lui, morto e risorto, è la messa a cui partecipiamo, è la preghiera in cui ci immergiamo, è la virtù che diventa nostra vita, ed è anche la sofferenza che come Gesù ci fa soffrire per collaborare a estinguere il peccato nell’umanità e per renderla veramente l’umanità santa, sua che vuole Gesù!. E allora insieme con me che gioisco per i mei 67 anni, gioite anche voi degli anni del vostro battesimo, del vostro cristianesimo, del vostro impegno nella virtù, nella sofferenza, in tutto. Stringiamoci tutti insieme, abbracciamoci con Maria perché ci porti a Gesù e Gesù con questa messa diventi di più il tutto della nostra vita.

Omelia del 21/06/2020

 

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“Lo amiamo il Signore miei cari?“

Oh miei cari, abbiamo detto che queste due feste dell’altro ieri: Sacro Cuore e Cuore Immacolato di Maria, devono aver riempito anche il nostro d’amore come è pieno d’amore il Cuore di Gesù quando viene da Dio a farsi uomo e poi accetta la croce per noi e ci da nell’Eucarestia Lui stesso per render divina la nostra vita, dopo il peccato di Adamo che abbiamo visto descritto nella prima lettura quando abbiam sentito che tutto ciò che esiste, tutto il creato e gli uomini e tutto quello che Dio decide per la vita di ognuno di noi, non è per condannare ma per perdonare. Siamo noi che a volte usiamo male di quello che Dio ha creato, lo usiamo non per dire: Signore come sei grande se hai fatto questo! Sei onnipotente! Puoi tutto! Hai fatto tutto! Non ci hai fatto mancare nulla, nel cielo, sulla terra, tra noi, nei nostri rapporti umani, nelle nostre famiglie. Che cosa hai fatto Signore! Sei veramente il creatore di tutti e di tutto! e io a volte Signore non ti sento così! Ti sento non colui che ha fatto tutto, ma ti sento solo uno di noi, e quindi quello che hai creato a volte lo usiamo, o Signore, per il male, per il peccato, non per dirti: grazie che lo hai fatto! Grazie che l’hai creato! Grazie che me lo hai dato! Oh miei cari come siamo veramente ingrati!

Dio non poteva fare più di quello che ha fatto, l’ha fatto per amore, tutto quello che esiste è per noi, e noi esistiamo perché Lui ci ha dato la vita, e noi stiamo vivendo in terra perché un giorno questo Dio ci vuole in cielo. Ecco quello che ci ha detto San Paolo nella seconda lettura e il rapporto per ciascuno di noi è Dio creatore, è Dio redentore che ha dato la vita e la sta dando anche in questa messa. E’ l’Amore, l’Amore! Lo amiamo il Signore miei cari? Lo amiamo? E’ veramente colui che dà valore alla nostra vita. Via il peccato, via i difetti. Lo sentiamo come colui che ci ha redenti, che ci santifica e che un giorno ci accoglierà nel Suo Paradiso.

Oh Gesù! Tu hai detto nel Vangelo che sei venuto per farci amare, hai portato nel creato l’amore, Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Suo, perché noi potessimo rispondere al tuo amore che ha fatto tutto e tutti. Che cosa ha mai detto Gesù nel Vangelo! Che cosa ha mai fatto e sta facendo con la Sua Chiesa! Riamare, riamare, ma per riamare veramente, ci ha detto il Vangelo, occorre una fede grande che abbracci mente che vede, cuore che ama e vita che vive di santità.

Mamma! Gesù! Abbiamo accolto il vostro amore, stiamo rispondendo con l’amore anche con questa messa, che veramente questo vostro amore che ha creato tutto e tutti e ci mantiene in vita e ci attende in Paradiso ci prenda e ci faccia camminare con voi, qui in terra per essere un giorno immersi nell’amore del cielo.

Omelia del 13/06/2020

 

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“La nostra vita diventi meno terra e più cielo”

Una parola prima su questa domenica ambrosiana, seconda dopo Pentecoste, prima di accennare qualcosa anche sul Corpus Domini che nuovamente festeggiamo dopo la festa di giovedì, che sempre si è festeggiato questa solennità. Abbiam sentito oggi nella prima lettura – bellissima -, tutto quello che Dio ha fatto per l’uomo, gli ha preparato una creazione, la terra quindi, bellissima piena di fiori, di frutti, di verde, di mari, di fiumi, di monti, un cielo stellato. Pensate se non avessimo il sole, la luna, le stelle che rendono bello il cielo!,

E poi ecco il nostro corpo, che è perfetto; si ammala, quindi soffre, solo perché creando l’uomo ha peccato contro Dio. Nelle sofferenze dell’uomo non c’entra Dio, ma il peccato che le ha causate. E guardate l’anima che ha messo nel corpo: intelligenza, volontà, amore. Più di così Dio non avrebbe potuto fare per le creature scaturite dal Suo amore che siamo noi, uomini. Noi uomini, pensate, più in su gli angeli: li vedremo anch’essi in Celo, e ci stupiremo di quello che vedremo. Insieme a Dio - che sarà tutto per noi – vedremo te Mamma! Chissà cosa gusteremo contemplandoti, adesso che già ti vogliamo bene qui in terra perché ci hai dato Gesù. Gesù, che stiamo onorando come Corpus Domini, cioè come Eucarestia. Nella seconda lettura abbiamo sentito quanto realmente l’uomo dovrebbe sentire la gioia di essere intimo con il Signore e invece abbiamo sentito elencare tutte le mancanze, i peccati, i difetti che noi abbiamo: abbiamo sentito una stretta al cuore e ci siamo chiesti: “… non li avrò anch’io tutti questi mali di cui parla il Signore? Il peccato non l’avrò dentro? non avrà toccato la mia vita?...”.

Poi la terza lettura, il Vangelo, in cui il Signore parla d’amore come è Lui, amore fatto diventare anche nostro, amandoci tutti di un amore che è bello vederci insieme. Come è bello vederci adesso qui insieme a pregare e pensare che ovunque ci sono cuori e anime che attraverso Radio Mater stanno pregando anche loro con noi, amore, amicizia, intimità, la dobbiamo avere con Dio e anche tra di noi. E il Signore dice, Gesù dice: “…dovete amare perfino i nemici, quelli che vi fanno anche del male, perdonate, perdonate…”, certo che è un invito, un comando che può costare, se ricevo del male è difficile che risponda con l’amore. Ma deve essere così, ce lo chiede Gesù, e Lui ha fatto proprio così: offeso dal peccato si è fatto uomo ed è andato in croce, è morto per noi in mezzo a sofferenze indicibili. Ecco una parte di Eucarestia che realizziamo nella Messa: la croce, Gesù che muore, Gesù che soffre indicibilmente.

Ma perché dobbiamo mettere in croce ancora a Gesù con il peccato? Perché non viviamo una vita senza peccato? E quindi una vita che abbia da parte del Signore una grazia speciale quando siamo tentati dal demonio che vuol farci fare certe cose, dal nostro corpo che desidererebbe soddisfazioni che la seconda lettura ha chiamato: “irripetibili, indicibili” tanto sono cattive. Via il peccato! Allora sì sentiremo la gioia di essere cuore a cuore con Dio amore e sapremo donare amore anche a chi non lo merita perché ci offende, ci fa soffrire. E poi ancora l’Eucarestia, la Resurrezione, Gesù che risorge da morte e quindi fa risorgere anche noi, istituendo il sacramento della confessione prima che strappa il male, e dell’Eucarestia poi, che ci mette dentro Gesù risorto per essere anche noi dei risorti alla vita divina e poi ci rende - se facciamo la comunione con un incontro di fede e d’amore, di vita - addirittura santi! Oh miei cari sentiamola questa domenica! Sia come domenica, le letture fatte, l’omelia sulle letture, sia ancora come Eucarestia, come un qualcosa che deve svegliare la nostra vita, che deve veramente farci decidere di essere più celesti, meno terra e più cielo, come diceva Gesù: “… dovete nascere ancora dall’alto, quindi puntare in alto dove c’è Dio, non in basso dove c’è il male...”.

Mamma, affidiamo tutto a Te. Gesù ce lo hai dato Tu, ricevuto dallo Spirito Santo e Lui ha fatto nell’Eucarestia e nella Passione prima storicamente, quello che è bello sentire, adorare, gioire di poterLo avere in noi, perché sia divina anche la nostra vita. Mamma facci diventare vite eucaristiche che hanno Gesù nel cuore e vivono totalmente per Lui e per le cose sacre.

Omelia del 07/06/2020

 

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“Dio è tutto per me? è davvero tutto?”

Oh miei cari! Gioiamo anche di questa solennità della Santissima Trinità. Nell’anno liturgico viviamo tante feste del Signore, di Maria, dei Santi, feste nostre, perché sentiamo di avere anche noi una realtà interiore da festeggiare, ed è quella proprio di oggi: figli di Dio che è Padre, fratelli di Gesù che da Dio nel Grembo verginale di Maria si è fatto anche uomo per morire, come farà in questa messa e in tutte le messe, per risorgere e ridarci la vita divina. Maria che è stata figlia prediletta dal Padre, l’ha scelta Lui, l’ha voluta Lui, Madre del Suo Figlio unigenito secondo la natura umana, Lui il Padre Divino che da sempre, dall’eternità aveva generato Suo Figlio unigenito Dio come Lui, e Maria accoglie e per opera dello Spirito Santo che è l’Amore tra Dio Padre e il Figlio unigenito che diventa Persona, terza Persona della Santissima Trinità. Pensate, miei cari, cosa stiamo dicendo! Io mi sento indegno, incapace di accennare appena a questo mistero grande che è Dio, un solo Dio, ecco la centralità del cristianesimo: un solo Dio in tre Persone, come possa avverarsi questo? Lo capiremo, miei cari, in Paradiso. Adesso dobbiamo solo credere, perché questo mistero così com’è, ce l’ha rivelato Gesù nel suo esistere, ma anche morendo in croce e risorgendo e dandoci come Mamma, come nostra Mamma, la Sua Mamma, e con la Chiesa che continua la missione di salvezza.

La festa di oggi: Dio Uno e Trino, Crediamo Signore! Anche se è difficile qui, vedremo in Cielo. Uno e Trino, un solo Dio in tre Persone. Ti sentiamo Padre divino! E la prima realtà di oggi, insieme a tutto quello che abbiam sentito nel rosario, è questa: farci sentire Tuoi figli, figli di Dio. Spirito Santo faccelo sentire! Gesù Figlio dell’Eterno Padre che hai voluto prendere anche la nostra umanità peccatrice per poterla con la tua morte rinnovare, purificare, ri-divinizzare, con la tua risurrezione, facci sentire che siamo figli di Dio! E miei cari, se siamo, dobbiamo esserlo davvero! Non dobbiamo averlo scritto nei foglietti, nei libri. Qui, qui, qui nel cuore! Dobbiamo sentire che siamo figli di Dio, e vivere! Da figli di Dio, pensate figli di Dio! Gesù! che perfezione, che amore, l’amore del Padre che diventa in Lui: croce! Pasqua!, quindi: perdono! all’uomo peccatore, divinizzazione dell’uomo perché sia veramente figlio di Dio.

Miei cari come viviamo? e da figli di Dio perfettissimo? o abbiamo tanto male ancora dentro di noi che ci impedisce di essere veramente figli di Dio? E poi ecco la seconda Persona: Gesù! lo amiamo Gesù? lo sentiamo? Vogliamo essere anche noi nella Trinità, insieme a Dio Padre, anche, “altri Gesù”. “Altri Gesù” che sentono quello che Gesù ha detto, che la Chiesa ci rinnova. Quella deve essere la nostra vita: santa!, priva di male quindi, piena di virtù, di preghiera, e poi lo Spirito Santo che ha fatto diventare la Vergine, Madre immergendo Dio Figlio nel Suo grembo verginale, e poi è nato Gesù! Betlemme, Nazareth, il Vangelo che ha predicato, croce, risurrezione, pensate miei cari, in che cosa siamo immersi! E noi non ci accorgiamo a volte. Si, magari quando veniamo a messa la domenica, - e tanti non vengono più -, sentiamo queste realtà? Le tocchiamo con mano? Crediamo? Ma poi diventano vita di ogni giorno? Ecco la domanda: Dio è tutto per me? è davvero tutto? da quando mi sveglio al mattino a quando mi addormento alla sera? Lo sento durante il giorno? vivo come sento che Lui mi chiede di vivere, cioè senza peccato, senza difetti e tutto proteso alla Sua santità? Gesù ha detto: “… siate santi perché Io vostro Dio sono santo…” ecco miei cari, la festa del Dio tre volte santo che canteremo al Santus: santo santo santo, lo diremo a Lui a Dio, ma poi diremo: “… facci diventare santi santi santi come Te, qui in terra, per essere un giorno, o Dio Padre, o Dio Figlio, o Dio Spirito Santo, immersi in Cielo in Voi, in una felicità senza fine…”!

Omelia del 31/05/2020

 

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“Spirito Santo cosa dici della nostra vita?
Ti piace stare in noi?”

Oh miei cari, che bello in cuore sentire che siamo anche noi in Cenacolo, come il giorno di Pentecoste, quello storico, quello avvenuto quando Gesù morto, risorto, rimane quaranta giorni con gli apostoli, poi, salito al cielo, manda lo Spirito Santo su Maria e sugli apostoli che ci rappresentavano tutti, perché da allora lo Spirito Santo è per tutti, e abbiam sentito dalle letture chi è lo Spirito Santo?

Il compito che il Padre Divino gli ha dato in seno alla Trinità: Padre, Figlio si amano in Dio e questo amore diventa Persona ed è lo Spirito Santo: Amore, Amore! è Lui quindi che realmente concretizza l’Amore del Padre in Gesù, ed è Lui che prende tutto l’amore che scaturisce da Gesù quando viene, diventa grande, predica il Suo vangelo, muore in croce. A proposito del Suo morire in croce - son pochi quelli che lo sottolineano -, ma io lo sento così: , là sul Calvario, Gesù dà Maria, la Sua Mamma, a noi come Mamma. Ma sentite: e poi dopo aver chiesto perdono al Padre per tutta l’umanità, si dice in latino che: effugit spiritum, che è bello interpretare non che ha dato l’ultimo respiro prima di morire, ma effugit spiritum, nel senso che donò lo Spirito, quello Spirito d’amore che univa Lui al Padre e che forma veramente l’Amore Divino, che prende tutta l’umanità e crea, rende veramente bello vivere anche qui in terra, pur anche noi a volte con le nostre sofferenze e che renderà bella la nostra vita quando questo Dio Padre, questo Gesù Redentore, questo Spirito Santo santificatore li vedremo e saranno la nostra gioia. Oh Spirito Santo, fatti sentire così in questa solennità Tua! Amore, Amore tra Padre e Gesù e quindi amore in noi per poter ricambiare l’amore del Padre che ci ha dato la vita, che ci mantiene in vita e che ci darà il Suo Paradiso, l’Amore che ha spinto il Figlio di Dio a diventare uomo anche in Te Mamma! In Te. In Te! Ed è lo Spirito Santo che mette il Figlio di Dio nel grembo verginale di Maria mantenendola sempre Vergine, sempre e solo per Dio, e Maria acconsente e non sarà mai di nessuno. Oh certo l’amore che la legava a San Giuseppe si sentiva ma “Divinamente!” non come un amore come può succedere anche nel matrimonio che richiama sessualmente. No! no! L’amore che Giuseppe e Maria si portavano era Divino, perché c’era tra loro lo Spirito Santo, amore Divino. Ecco, miei cari cosa deve fare lo Spirito Santo: rendere i papà come San Giuseppe, le mamme come Maria, i figli come Gesù, tutti noi parte di questa famiglia che deve essere più Divina che umana, ma è così miei cari?

Spirito Santo cosa dici della nostra vita? Ti piace stare in noi? Ti piace darci le tue grazie? Tenerci d’aver delle vite ma rivolte verso Dio? E lo Spirito Santo ci risponde subito: “… mi piace se tu metti in pratica i miei sette santi doni….” Sì il catechismo dice che lo Spirito Santo ha sette doni e lo dice la Parola di Dio: “ Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà Timor di Dio” , e li da a noi se glieli chiediamo Prima della Messa abbiamo elevato l’inno dello Spirito Santo dove abbiamo chiesto di darci questi sette santi doni. Ma vediamo in che cosa consistono per viverli, poi dopo la comunione il diacono distribuirà un bigliettino dove c’è uno di questi sette santi doni dello Spirito Santo che devono formare divinamente la nostra vita:

  • “Sapienza”dal latino sapere, che non vuol dire sapere con la mente, vuol dire sentire il gusto, sapere sentire il gusto delle cose Divine, di Dio, delle sue realtà, miei cari ce l’abbiamo questo dono? Sentiamo gusto delle cose Divine, o proviamo e cerchiamo più gusto nelle cose della terra, nelle cose materiali,
  • “Intelletto”dal latino Intus legere entrare cioè in profondità nelle cose di Dio: Intus legere, legger dentro le cose Divine e sentirle come il massimo dell’amore che Dio poteva fare per l’umanità rivolgendogli la Sua Parola,
  • “Consiglio”e il consiglio dello Spirito Santo è questo: “NO!” al peccato, e “SI!” a ogni forma di bene anche se costosa,
  • “Fortezza”Quando siamo tentati, ecco invocando lo Spirito Santo e Maria i due che ci han dato Gesù sentire: “… No! satana tu mi tenti, vuoi farmi commettere il peccato! Vai via da me…” “Fortezza” che ci da appunto la capacità di offrire anche quello che in positivo, in negativo: “…va via satana!”, in positivo: “… dammi Signore anche quello che mi fa soffrire un po’, perché mi faccia partecipe della Tua redenzione o Gesù! e mi faccia sempre più santo…”,
  • “Scienza”il gusto di sapere sempre di più le cose di Dio, leggiamo tanti giornali, tante riviste, guardiamo la televisione, quante notizie umane e i libri spirituali? E la Bibbia? E quello che sentiamo a Messa? Abbiamo questo desiderio della Scienza, Divina non terrena, non dei giornali appena, non della televisione, le cose Divine. Sapere, fare entrare nella mente le cose Divine,
  • “Pietà”l’intimità con Dio, la preghiera, è veramente la nostra vita una vita di preghiera? La preghiera la amiamo?, la cerchiamo?, la viviamo?, ci è nel cuore?, e siam capaci di elevarla a Dio? Il più possibile? Non qualche biascicamento di parole e basta? No! No! una vita che deve diventare preghiera. Io ho chiesto quattro grazie nei giorni in cui la Mamma mi lascerà ancora qui: tanta santità leggendo i vostri libretti che mi avete regalato dei santi, per sentire il fascino di una vita veramente tendente alla santità, poi ecco perché vi dico questo, perché stavamo parlando della preghiera, e io chiedo che tutta la mia vita che non ha più niente di terreno, perché è solo: ospedale, cappellina, poltrona in cucina di sopra, che io considero una panca davanti al tabernacolo, e la mia camera che io considero come la cella di un monastero, fatta solo per leggere bene le cose sante per pregare e per riposare certo, perché anche il corpo ha bisogno, perché sta soffrendo veramente tanto. Non sto più in piedi, ma mi terrà in piedi il Signore. Ecco preghiera, preghiera, preghiera, e poi la terza grazia: vita eucaristica, qui in cappella l’Eucarestia, con Gesù con Maria come là al Calvario e con voi che venite, venite, venite, quando si riprende totalmente finita questa malattia terribile, venite in Cappellina! è la mia vita che diventa insieme alla vostra Eucaristica! Tutta di Gesù! E poi la quarta grazia che chiedo di poter fare ancora tanto in Radio Mater, tanto in Radio Mater. Stamattina ho scritto il richiamo che poi sentiremo in Radio Mater per avere il vostro aiuto, le vostre offerte che in questi tempi per la malattia forse diffusa, sono mancate. Ebbene ho sentito che in Rado mater ho ancora qualcosa da fare e Mamma ti chiedo di poterlo fare con amore, anche voi appoggiate queste mie richieste!, siate con me!, viviamo insieme questa Pentecoste! terminando i sette santi doni col
  • “Timor di Dio”che non è paura di Dio, non abbiamo paura di Dio: è Amore! Più di così non può! Timor di Dio dello Spirito Santo è la paura di commettere qualche cosa che dispiace a Dio. Miei cari sarà una Pentecoste in cui queste cose le sentiamo? Spirito Santo ci affidiamo a Te, donaci tutto questo! E Mamma tu che dallo Spirito Santo hai avuto il Figlio di Dio e gli hai dato l’umanità ed è diventato Gesù nostro Redentore, aiutaci a sentirlo lo Spirito Santo in noi a lasciarci guidare da Lui sulle strade del bene, della virtù, della santità e un giorno del Paradiso!

Omelia del 24/05/2020

 

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Vorrei che in Radio Mater non ci fossero più le polemiche

Oh miei cari dopo che noi come Rito Ambrosiano abbiamo festeggiato già l’Ascensione di Gesù al cielo giovedì scorso, il giorno giusto dei 40 giorni che Gesù ha passato dopo la Sua Risurrezione con gli Apostoli, è poi è salito al cielo, oggi, domenica, in tutta la Chiesa che non ha celebrato giovedì si celebra l’Ascensione di Gesù. Ecco, è un indicazione. Miei cari, siam qui in terra per andare in cielo. Non abbiamo un altro impegno. Certo ci sono le cose materiali e le dobbiamo sbrigare, ma cristianamente, in modo che niente e nessuno qui in terra ci distolga dal nostro camminare verso il cielo. Viviamo quindi bene questa domenica, rinnovando noi ambrosiani la gioia di giovedì scorso e insieme a tutti gustando la gioia di oggi, sentendo che Gesù va al cielo e sappiamo perché: ce lo ha detto Lui: “... Vado a prepararvi un posto perché voglio che dove sono io siate anche voi...”.

Ecco la volontà di Gesù! Che da Dio si è fatto uomo, è andato in croce, risorge, va al cielo, proprio per questo, perché vuole per noi il Suo Paradiso, la Sua casa, un immersione in Dio, Padre Figlio e Spirito Santo, come nostra felicità per sempre, e allora gustiamo questa domenica, gustiamo l’Ascensione di Gesù e impegniamoci a vivere qui in terra in maniera tale che sia un camminare verso il cielo, quindi una vita dove non c’è il peccato, una vita che vince i difetti, per diventare sempre più santi, così un giorno quando morrà il corpo e poi risorgerà alla fine del mondo per unirsi all’anima, che invece subito alla morte del corpo andrà davanti a Gesù e gli dirà: “...vieni nel mio Paradiso...“ se abbiam vissuto qui in terra con Lui, oppure dirà: “...via da me maledetto, hai voluto vivere una vita terrena solo con la terra, solo con il mondo, solo con i gusti del male, non sei degna del Paradiso, il tuo posto è l’inferno insieme al demonio, ai tormenti, senza Dio...”

Oh no Gesù! noi vogliamo il Paradiso, quindi seguiamo Te, camminiamo verso di Te e per fare questo cammino, miei cari, il Vangelo che parla dei due discepoli di Emmaus che il giorno di Pasqua credendo che Gesù fosse ancora morto e che tutto di Gesù fosse finito, andavano, ritornavano alle loro case, al loro paese, e Gesù prima di apparire agli undici Apostoli la sera di Pasqua, si avvicina loro durante il cammino e spiega senza che essi lo riconoscessero, spiega le Scritture che parlano che il Messia doveva patire e morire per la salvezza dell’umanità, parla con loro, e loro mentre parla sentono l’ardore nel cuore, e poi quando lo invitano in casa mettendosi a mensa, Lui ripete quello che aveva fatto nell’ultima cena, prende un pezzo di pane, lo benedice, lo spezza e scompare.

E da quel segno i discepoli capiscono che era Gesù e che le donne, che il mattino di Pasqua avevano detto che due angeli avevano loro annunciato che Gesù era risorto, era vero! L’han visto Gesù, anche se poi è scomparso ma mostrando che era Lui ripetendo il gesto eucaristico, allora ritornano subito a Gerusalemme e avviene l’incontro con gli Apostoli. Alla sera di Pasqua Gesù apparirà anche agli altri Apostoli e così ecco, la Pasqua è viva nei loro cuori, vivranno 40 giorni con Gesù in terra da risorto e chissà come li ha “lavorati” Gesù, come li ha fatti santi e capaci di essere, una volta che Lui è asceso al cielo, quelli che attendendo, come ha detto la prima lettura, con Maria nel Cenacolo, lo Spirito Santo sarebbero diventati iniziatori della Chiesa per andare in tutto il mondo ad annunciare Gesù.

Oh miei cari che cosa dobbiamo fare per andare in Paradiso? Ecco il Vangelo ce lo fa sentire, Gesù spiega le scritture, la Parola di Dio quindi, amiamola! Come diciamo sempre, ascoltiamola volentieri come stiamo facendo adesso, viviamola perché vivendo questa Parola divina la nostra vita diventi divina, e poi han detto i Discepoli di Emmaus: “...quando ci parlava ardeva il nostro cuore...”. Ecco un altro cammino verso il Paradiso, l’ardore della preghiera, l’ardore non la passività, non il pronunciare solo con la bocca, l’ardore del cuore, è questo che mette in comunione con Gesù e ci aiuta a camminare poi senza peccato e nella santità della vita divina, e poi il pane che spezza, benedice e da l’Eucarestia, innamoriamoci, lo dico sempre dell’Eucarestia, perché è il vero cammino per vivere divinamente qui in terra e per arrivare un giorno al cielo.

Ma vorrei dire una parola sulla giornata di oggi, come giornata delle Comunicazioni: anche noi abbiamo avuto un invito a fare una realtà di comunicazione: Radio Mater. Pensate quanti mezzi di comunicazione ci sono: radio, televisione, giornali, libri e adesso tanta realtà tecniche che io non so spiegare ma esistono. Ebbene in questa giornata ricordiamo come comunicazione anche Radio Mater perché comunica, che cosa comunica? Quello che la Madonna mi ha fatto sentire nel cuore, quando ha suggerito di farla nascere: Radio Mater, la Voce di Maria, ecco Radio Mater è la comunicazione che la Madonna ci fa del Suo Gesù, della Sua Chiesa e della fraternità, della famiglia che deve formare in noi che affidiamo a Radio Mater per affidarci a Maria perché ci conduca a Gesù perché arriviamo noi in cielo. Oh miei cari, preghiamo perché Radio Mater sia una comunicazione speciale e tralasciando i problemi umani in altra maniera che conosciamo e dobbiamo anche viverli bene, ma Lei Maria ci porta a Dio con la preghiera, ci porta a Gesù con l’Eucarestia, ci porta a volerci bene tra di noi per fare famiglia. Oh come vorrei che Radio Mater fosse sentita così! che non ci fossero più in Radio Mater le polemiche, il preferire uno piuttosto che l’altro in Radio Mater, no miei cari! Radio Mater non deve essere così! E non dobbiamo dir sempre le nostre cose e continuare a ripeterle, lasciamo posto a tutti. Non continuiamo ad occuparla ciascuno per i propri problemi. Mamma aiutaci a diventare famiglia, la Tua famiglia, con la radio della Tua maternità e abbracciaci Mamma, ogni volta che ascoltiamo Radio Mater e facci sentire che Tu abbracciandoci ci santifichi perché ci dai al Tuo Gesù così un giorno ci accolga nel Suo Paradiso.

Omelia del 17/05/2020

 

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Una vita vera è una vita secondo Dio.

Oh miei cari che bello sentire che non siamo soli, neanche in questi momenti di grande sofferenza da parte di tanti che han preso la malattia Covid19 e sono morti, ma saranno in Paradiso. Lo stiamo implorando da sempre in questi tempi, e quindi sentire che dobbiamo non appena preoccuparci della vita umana, terrena, della salute fisica, ma anche e soprattutto dell’interiorità, del cuore, che deve essere riempito di Dio se vuole veramente avere un valore che merita un giorno il Paradiso. Ed è stato bello nella prima lettura sentire San Pietro che difende Gesù! : “… chi è stato a guarire l’ammalato?...” chiedono i “grandi” e Pietro risponde: “… quel Gesù che voi avete crocifisso e che il Padre ha risuscitato!”. Ecco miei cari: Gesù! Pietro aggiunge addirittura: “… perché solo in Lui c’è salvezza…”, e lo dobbiamo veramente anche noi sentire, solo in Gesù c’è salvezza, oh Gesù!

Ecco Ti cerchiamo, ascoltiamo questa prima lettura, noi potremo avere tutto umanamente e spiritualmente se avremo Te, Ti cerchiamo Gesù! Vogliamo vivere di Te, ascoltiamo San Pietro che indica Te come colui che ci può addirittura guarire, come ha guarito l’ammalato, quindi qualunque sia la nostra salute fisica, rivolgiamoci a Gesù, poi Lui ci darà o la salute o la forza di fare la Sua volontà che ci fa assomigliare a Lui, quando in croce soffriva e moriva per nostro amore.

E poi la seconda lettura che realmente ci ha detto di amare, amare tutto quello che viene da Gesù, che viene a beneficio dello Spirito, perché a noi anche qui in terra deve interessare più la vita spirituale, più la vita divina che è quella che ci porterà in cielo e durerà per sempre, perché la vita della terra dura poco e non soddisfa pienamente il cuore che è stato fatto da Dio per Lui, quindi una vita vera è una vita secondo Dio. Lo chiediamo questo dono? Di sentire la gioia di dare più importanza alla parte spirituale della nostra vita, come vedo che tanti lo fanno. Guardate anche adesso, siam qui in pochi in Cappellina, certo perché non è possibile, ma è bello sentire che anche questi pochi che rappresentano i tanti, sentono che la parte più importante della vita è quella spirituale. Prendete Daniela, una giovane che potrebbe usare la domenica pomeriggio in altra maniera umana, terrena, no è qui. Prendete Dania che ha una famiglia e viene tutti i giorni qui a darti una mano Mamma, perché il Tuo progetto vada avanti bene, prendete Giovanna che sacrifica tutta la sua vita, prendete Mario che insieme a Giovanna porta avanti misteriosamente, ma misteriosamente vuol dire per grazia quello che stiamo vivendo qui in questo progetto di Maria, prendete Oscar, un uomo che potrebbe veramente avere degli altri ideali, degli altri impegni e invece è qui, prendete Giuseppina che realmente è qui tutti i giorni, perché da quando è morto il marito sente che la sua vita è più in Paradiso che in terra. E tutti voi, tutti voi siete qui col cuore e ovunque siate, siete di Dio, tutti miei cari siamo di Dio, e chi ci aiuterà in questo, ce l’ha detto Gesù nel Vangelo di oggi: il Paraclito, lo Spirito Santo, chi è miei cari lo Spirito Santo? lo sappiamo vero? è l’Amore tra il Padre Divino e il Figlio Divino diventato, quando appunto prende l’umanità, anche Uomo Gesù; tra Padre e Figlio c’è un amore grandissimo che diventa Persona, la terza Persona della Santissima Trinità, l’Amore tra il Padre e il Figlio Divini. Allora Spirito Santo se sei Amore tra il Padre e il Figlio, diventa Amore anche per noi, spingi il nostro cuore, spingi la nostra vita verso Dio, verso la parte spirituale della nostra esistenza, e trattienici dal peccato e spingici alla santità e spingici, come abbiamo detto adesso, a sacrificare come fanno questi cuori e tanti altri cuori qui in Radio Mater, in tutta la Chiesa a essere al Tuo servizio. Gesù, che hai detto ai tuoi discepoli, che vogliamo essere tutti: “…andate in tutto il mondo, predicate il mio Vangelo ad ogni creatura, chi crederà e sarà battezzato sarà salvo…”. E qui in Radio Mater noi cerchiamo appunto di far sentire questa voce, che è la Tua Mamma che spinge a Gesù e Gesù con lo Spirito Santo ci porta al Padre: ecco la vita vera! , Mamma daccela!! Daccela così la nostra vita!! E dalla a tutti. Così, riprendendo anche la frequenza delle nostre chiese, dacci, da questa prova dolorosa, Mamma, un’umanità nuova che sia vera cristianità.

Omelia del 10/05/2020

 

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“Voi mamme che vite date ai vostri figli? Quella divina?”

Oh miei cari, siamo uniti spiritualmente (con voi che siete a casa). Spiritualmente, abbiamo detto, ma l’importante è essere uniti. E questa unione del cuore tra di noi ci porta ad essere uniti a Dio, ad avvertire la gioia che Dio sia in noi, viva in noi, e ci aspetta un giorno a stare sempre con Lui nel Suo cielo. Ma per raggiungere questo, occorre una vita veramente secondo Dio, secondo quello che ha detto Gesù, il Figlio di Dio venuto a farsi Uomo per salvare l’umanità. Come abbiamo sentito anche adesso nel Vangelo, Gesù dice: “.. chi osserverà i miei comandamenti e ubbidirà alla mia Parola, ecco io lo amerò e insieme con me lo amerà il Padre mio, il Padre Divino…”.

Oh miei cari, fare famiglia con Dio, è la cosa più bella, Dio con noi, noi con Dio: che bello, bello! Padre, ci hai dato la vita, quella umana, poi con Gesù, togliendo il peccato di Adamo in noi, ci hai dato Te col Figlio Tuo, con lo Spirito Santo e siam diventati famiglia di Dio, e allora ci chiediamo: sentiamo questa realtà? La bellezza di essere famiglia di Dio? Stiamo facendo il nostro Giornalino di Radio Mater e insisterò sulla parola: “famiglia”. Vari tipi di “famiglia”, ma ogni famiglia deve giungere alla famiglia di Dio, se vuol rendere la propria vita “moneta sonante” con la quale si comprerà il cielo, il Paradiso, partecipando così a quella Famiglia Divina, ma non più appena con la fede, ma vivendo tutta la gioia che trasparirà dalla presenza di Dio nella quale saremo immersi.

Oh Mamma, ci hai dato Tu Gesù: oggi è la festa delle mamme e quindi Ti abbiamo pregato e Ti preghiamo perché questa parola: “Mamma” Maria sia Tua nei riguardi di Gesù e nei nostri riguardi, perché Ti ha fatto anche nostra Mamma come di ogni mamma, che sta ascoltando e che sente di essere, insieme a Dio, continuatrice della Sua creazione, dando vita ad altre vite. Ma quale vita, mamme, ci dovete dare? Ecco la grande domanda: Maria ci ha dato la vita di Gesù. Voi mamme che vite date ai vostri figli? Quella divina? O semplicemente quella umana? Questa domanda esige una risposta veramente veritiera. Che tipi di mamme siete? Cristiane? E quindi i figli che sbocciano da voi assorbono, con la vita umana, anche Gesù? Come Cornelio – e lo abbiamo sentito nella prima lettura - che era un pagano centurione romano e di lui si dice che era religioso, timorato di Dio, che pregava, che faceva elemosine, insomma che realmente era un personaggio bravo in tutti i sensi; e lui che era pagano, ma noi che siamo cristiani viviamo quello che viveva Cornelio? Preghiamo? Siamo timorati di Dio, quindi non Lo offendiamo col peccato? Siamo religiosi perché sentiamo che il cuore cerca Gesù e vuole vivere con Lui? e sentiamo anche la carità che ci unisce? Sarà l’elemosina o sarà qualunque atto d’amore, ma il cristianesimo ci unisce tutti. E’ Gesù a dirlo: “… chi osserva la mia Parola io lo amerò e anche il Padre mio lo amerà…”. Che bello sentirci amati da Dio, portati avanti da Dio, sostenuti da Dio, aspettati da Dio in cielo, per un eternità di felicità.

Oh miei cari, domenica importante, realtà importante, proprio gioia di vivere la vita spirituale, la vita religiosa, come nostra vita, coraggio quindi, mamme e tutti, tutti e tutte con la Mamma delle mamme Maria, Mamma di Gesù e Mamma nostra e con tutti insieme a volerci bene e a vivere cristianamente per continuare ad essere da famiglie umane a famiglie celestiali quando Dio ci accoglierà nel Suo Paradiso.

Omelia del 03/05/2020

 

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Anche se non possiamo andare in chiesa,
siamo sempre nel Cuore di Cristo, Buon Pastore

Ecco miei cari, quarta domenica dopo Pasqua, la domenica del Buon Pastore in tutta la Chiesa: è bello sentire che Gesù si fa nostro Pastore. E’ lui a dirlo: “Io sono il Buon Pastore”. Abbiamo in mente il pastore che pascola sempre, che vive con il suo gregge, e Gesù Dio ha voluto diventare anche uomo per essere veramente, da una parte pastore che guida noi sue pecorelle, e dall’altra sentire che anche noi pecorelle, come in questa giornata delle vocazioni, siamo da Lui non solamente curati personalmente per diventare santi e avere un giorno il Paradiso, ma siamo chiamati ad essere in qualunque vocazione responsabili anche degli altri, e quindi pastori.

Che bello sentire Gesù nostro Pastore che ci chiama a essere sue pecorelle, a seguirLo, ad amarLo, a viverLo, ma che ci dice: “…dammi una mano, sii anche tu pastore, va a cercare, guida altre pecorelle, perché anche i lontani o i presenti si facciano ancora più santi e un giorno l’ovile del Paradiso sia pieno, completo, tutti con il Pastore Gesù che ci indica il Padre divino, che ci ama e ci vuole suo ovile, sua famiglia e lo Spirito Santo che è in noi e ci guida perché i richiami di Gesù siano accolti e siamo pecorelle che ascoltano la sua voce”. Gesù ha detto: “… voi siete del mio gregge, siete mie pecorelle, e le pecorelle mie conoscono me, mi ascoltano, mi seguono”.

Oh miei cari, veramente sentiamo la gioia di aver Gesù come Buon Pastore? Sentiamo che ci chiama? Qualunque sia la vocazione che ci ha messo in cuore, è la Sua, viene da Lui; è Lui che ci chiama a rendere preziosa la nostra vita, collaborando con Lui a salvare l’umanità, perché sia un domani il gregge del Paradiso. Chiediamoci: veramente ascolto Gesù? Sono sua pecorella? Sto con Lui? O mi sono allontanato dal gregge di Gesù dalle sue pecore, e ho ascoltato di più i mercenari? Cioè Satana, i demoni, o quelli che, tentati da loro, mettono se stessi a servizio del male? Pecore ribelli, non umili, mansueti che seguono Gesù.

Gesù se qualche volta ci siamo allontanati da Te Buon Pastore, se siamo usciti dal tuo gregge con il peccato, e con il male ti abbiamo abbandonato, Gesù richiamaci!, facci tuoi completamente. E oggi giornata del Buon Pastore chiediamo, mei cari, di rientrare se siam fuori dell’ovile di Gesù e di essere pecorelle sue che lo ascoltano, che lo amano, che lo seguono e che si lasciano chiamare da Lui. Ecco la vocazione, al suo servizio, per compiere anche noi tanto e tanto bene.

Mamma, che ci hai dato Gesù come uomo facendolo nostro Pastore, aiutaci oggi, giorno in cui, ci consacreremo, come ogni prima domenica del mese, in maniera solenne a Te, ovunque siamo, perché se anche non siamo qui, se anche non possiamo anche in chiesa nei nostri paesi, non dimentichiamo che siamo nel Cuore di Cristo Buon Pastore, che è veramente la Chiesa più bella! Mamma facci tuoi, tue e poi facci tutti completamente pecorelle di Gesù Buon Pastore.

Omelia del 26/04/2020

 

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Via il peccato, dentro Dio

Ecco miei cari, ascoltando queste Letture della Liturgia domenicale siamo veramente convinti che ciò che ci ha detto nel Rosario il diacono Lucio sul Battesimo, sia la realtà: il Battesimo. Il Battesimo ha iniziato la nostra vita secondo Dio. E’ bello vedere in queste Letture la diversità del Battesimo di Giovanni Battista e il Battesimo sacramento istituito da Gesù per trasformare la vita di quelli che accolgono la Sua redenzione operata in croce e con la resurrezione - come avverrà in questa Messa e in ogni Messa – in vita divina. Il Battesimo amministrato da Giovanni è un Battesimo di pentimento dei propri peccati, e quello di Gesù per renderci realmente figli di Dio: sentiamo questo in profondità, perché la nostra vita ne riceva quella spinta a dire: Basta col peccato? Voglio veramente che viva in me Dio di cui sono figlio, il Padre, Gesù che mi ha redento, lo Spirito Santo che sta veramente svolgendo dentro di me un impegno di vita che mi porta alla santità?

Miei cari, sentiamo questa differenza? Il Battesimo di Giovanni Battista per chiedere perdono dei nostri peccati, il Battesimo di Gesù in cui c’è lo Spirito Santo come inizio di una vita che doveva e DEVE sempre essere il più possibile divina, ascetica: ascetica deriva dal verbo ascendere, come ci ha detto in questi giorni Gesù parlando con Nicodemo, dobbiamo rinascere dall’alto. Sì miei cari, la nostra vita deve tendere in alto dove c’è Dio, perché il Battesimo di Gesù ha fatto proprio questo: ci ha donato la gioia di essere figli di Dio, fratelli di Gesù, templi vivi dello Spirito Santo in cui Lui agisce, per distoglierci dal peccato. Ecco l’impegno di sempre, cioè di gridare: “... va via Satana!...” quando siamo tentati, e accogliere invece nell’Eucarestia Gesù che sparge, come sulla croce, il Suo sangue.

Abbiamo sentito dalla seconda lettura, la preziosità del Sangue di Cristo, che ci ha purificati, ci ha tolto il peccato e ci ha immesso Dio, per cui noi siamo dei tabernacoli viventi in cui Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo Unico Dio in Tre persone, mistero cristiano, vive in noi. E allora chiediamo questo dono, di sentire il dono di oggi: il Battesimo di Giovanni per il pentimento, e quello di Gesù per la famiglia di Dio, per essere famiglia di Dio. Ma anche per avere insieme a Dio Padre, a Gesù fratello, e allo Spirito Santo, per avere Maria come Mamma, come Gesù ce l’ha data morendo; e ancora per avere la Chiesa come la famiglia che raccogliendoci anche umanamente - pur se in questi tempi è di sofferenza, sofferenza fisica che ha causato sofferenza anche spirituale - tuttavia ci sentiamo Chiesa di dentro, e la seguiamo la Chiesa e ci lasciamo da lei condurre a quella santità che il Battesimo ci chiede. Quindi via il peccato, dentro Dio: questa sia la nostra vita e viviamola davvero con fede e con l’amore, perché un giorno ci troveremo nel Paradiso a contemplare questo Dio, in cui crediamo e che vogliamo sia tutta la nostra vita.

Omelia del 19/04/2020

 

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FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA

“Gesù dice a Tommaso un’espressione che chissà quanti di noi hanno bisogno di sentirsi dire!:
Non essere incredulo ma credente..!”.

E’ bello miei cari terminare l’ottava di Pasqua con la festa della Divina Misericordia, voluta come abbiamo sentito dallo stesso Gesù, attraverso Santa suor Faustina Che cos’è miei cari, la Divina Misericordia? E’ il disegno, il progetto che Dio - che è Amore - ha sempre avuto nel cuore. Dio sa tutto, anche prima della creazione, sapeva che creando l’uomo avrebbe peccato, cioè sarebbe andato contro di Lui. Ma ha realizzato nel Suo Amore questo progetto di Misericordia: cioè di aver pietà di quelli che gli vanno contro con il peccato, e, se pentiti, di perdonarli e di ridare loro quella vita divina, che rende il nostro vivere sulla terra, come diciamo sempre, una preparazione per la vita del Cielo.

E allora è bello sentire nelle letture di oggi che Gesù è l’unico Salvatore: ce lo ha detto la prima lettura, solo in Lui c’è salvezza. Gesù misericordioso, Tu ci salvi con la misericordia che ti ha portato in croce! Fino a che punto ci hai amati, Gesù! Misericordia! Come dicevamo ieri (durante la messa vigilare) il significato di misericordia è questo: miseri cordia – dare il cuore ai miseri, e non c’è misero più misero di colui che pecca, perché perde Dio. Ma ecco in Dio trionfa l’amore, trionfa la misericordia. Il Padre ha deciso questo progetto: ”… Figlio mio, (dice al Figlio Unigenito) ti senti di farti uomo e come Dio e uomo riparare, perdonare il peccato degli uomini contro di noi?...” E il Figlio Unigenito ha risposto: Sì. E’ una mia immaginazione che ci sia stato questo colloquio, ve l’ho detto altre volte, ma sento che nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo c’è un mirabile accordo, tutto fanno insieme, tutto decidono insieme, e immaginiamoci se l’incarnazione, Dio che si fa uomo nel grembo di Maria per opera di Spirito Santo, non è stata una decisione di tutti e tre. Oh Signore! Come sei grande nell’amore! Quanta misericordia c’è in Te! Non ti sei chiuso dopo che abbiamo peccato, hai voluto salvarci e hai mandato Gesù! Nella seconda lettura ci viene presentato che Gesù, nella pienezza della Sua divinità e quindi della misericordia, sceglie di andare in croce in uno stato di sofferenza inaudita pur di salvare l’uomo dal suo peccato e renderlo ancora, come Dio vuole, suo figlio, partecipe della famiglia divina già qui in terra con quella realtà che Gesù ha voluto con la sua morte sulla croce, e con la sua resurrezione, con la Chiesa. Alla Chiesa ha consegnato tutto ciò che è divino: che è di Lui Gesù, del Padre, dello Spirito Santo, perché possa diventare nostro.

Oh miei cari, che festa la Misericordia. Realmente dà valore al Vangelo che abbiamo sentito: “Pace a voi” dice Gesù agli apostoli, apparendo la sera di Pasqua. L’avevano abbandonato, che tristezza! Sono stati tre anni insieme, han visto miracoli a bizzeffe, e quando un po’ di sofferenza – oh! tanta ne è venuta addosso a Gesù - per la paura di soffrire anche loro sono scappati. Ma Gesù li perdona e quando risorge, appare loro e fa pace: “Pace a voi”. Cosa vuol dire pace, miei cari? Vuol dire pieno accordo tra due cuori o più cuori. E qui si tratta del Cuore di Gesù offeso dalla fuga degli Apostoli e il cuore degli Apostoli: “ pace”. Come dire che quello che ci divideva perché siete scappati, lo perdono. Sentiamoci ancora uniti e insieme, perché con voi farò la mia Chiesa, salviamo l’umanità, perdonando il peccato e ridonando Dio al cuore degli uomini. Ma Tommaso che non c’era, abbiamo sentito nel Vangelo, non crede quando gli apostoli gli dicono che è apparso loro Gesù. “Se non metto il mio dito, la mia mano nelle sue piaghe non credo”. E otto giorni dopo, proprio come oggi, Gesù appare ancora agli Apostoli con Tommaso presente: “.. Vieni Tommaso metti pure il tuo dito, la tua mano nelle mie piaghe…”, e Gesù dice un’espressione che chissà quanti di noi hanno bisogno di sentirsi dire!: “..non essere incredulo ma credente..!”.

Ecco miei cari, la vita del cristiano con Gesù, è una vita di fede, cioè abbraccia, accetta, accoglie, prega, vive, dona tutto quello che Gesù ha realizzato nella Sua misericordia: “non essere incredulo ma credente!”. Gesù, lo prendiamo questo tuo invito anzi comando, non vogliamo essere increduli, ma credenti, e allora in questa Eucarestia, quando ti innalzeremo, tu divenuto corpo e sangue Tuo, quando ti porteremo in noi con la Comunione, diremo quello che ti ha detto Tommaso per dire che la fede ritornava in lui: “… mio Signore e mio Dio…”.

Ecco miei cari la conclusione di questa festa della Misericordia: sentire Dio che ci perdona, che ci ama, che si da a noi e darà, un giorno, a ciascuno di noi quello che ha meritato in terra: speriamo che sia il Paradiso: “… mio Signore e mio Dio…”.

Gesù, sii per sempre in noi. Ti mettiamo nel tabernacolo, dove Tu sei qui notte e giorno, il nostro cuore: vogliamo vivere nel tabernacolo con Te. Mamma il nostro cuore lo mettiamo anche nel Tuo Cuore Immacolato: vogliamo vivere insieme a Gesù anche con Te. Gesù, Mamma: fate di questa festa della Misericordia l’inizio per noi di una vita che sia totalmente e per sempre vostra.

Omelia del 12/04/2020

 

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Pasqua 2020

La Tua morte e la Tua resurrezione
ci aiutino a sentire la vita in maniera divina e a viverla in maniera divina.

Oh miei cari, stiamo proprio gustando la gioia pasquale! E’ bello esser qui a rivivere questo mistero grande della Resurrezione di Gesù anche se siamo pochi in Cappellina; lo stesso è anche in tutte le Chiese proprio oggi che è Pasqua. Obbediamo: obbedire anche alle autorità civili per un motivo di precauzione perché non ne venga penalizzata la salute, è una cosa che il Signore apprezza. L’obbedienza è sempre una bella e grande virtù!

Siamo qui, ma se siamo in pochi fisicamente, sentiamo che attraverso Radio Mater e con tutti gli altri mezzi di comunicazione, la liturgia della solennità pasquale è entrata, ed entra nei cuori e rinnova le nostre vite. E allora: vieni Gesù! Abbiamo visto che con il Tuo morire e risorgere, insieme a tutta la Tua redenzione che abbiamo contemplato nel Rosario, Tu hai purificato gli uomini dal loro peccato, e risorgendo entri ancora nella loro vita, perché non c’è più il peccato che lo proibisce Allora Gesù facci vivere la Pasqua! Faccela sentire! Che sia veramente un vivere con Te, Tu risorgi da morte e dai valore anche alla nostra morte. Moriremo a causa del peccato, nel corpo, ma l’anima spirituale verrà, morto il corpo, da Te e Tu ci giudicherai Gesù. E’ questo... è questo giudizio che ci interessa, e che imploriamo che venga santificato, facendoci vivere, da questa Pasqua in avanti, in maniera più “santa”, in maniera più “divina”. In questo modo, quando il corpo morirà come sei morto Tu, ma l’anima, sempre viva verrà da Te, si senta dire: “Vieni servo, o serva, buono e fedele, vieni nel Regno del mio Signore”. Sì, Gesù vogliamo il Tuo Paradiso. La Tua morte e la Tua resurrezione ci aiutino a sentire la vita in maniera divina e a viverla in maniera divina. Allora Ti preghiamo: appari a noi, come abbiamo cantato all’inizio della Messa. Sei apparso alla Tua Mamma certamente, anche se il Vangelo non lo dice. Immaginiamoci: sei morto e Lei ti ha pianto morto e chissà che dolore! (La chiamiamo: Addolorata), e adesso che sei risorto non dovevi vederLa, non dovevi apparirLe? no! no! Le sei apparso, oh Gesù! E chissà che gioia!, vi siete abbracciati come dobbiamo abbracciarci noi. Lo abbiamo detto nel Rosario parlando di Maria che riceve il Verbo. Questo Verbo diventa Gesù nel Suo grembo verginale. E’ così nella Comunione: Gesù Tu abbracci noi, noi abbracciamo Te. La Comunione diventa la realtà più preziosa, più bella della nostra vita, che dà veramente sapore divino al nostro vivere. Sei apparso poi, abbiam sentito nel Vangelo, a Maria di Magdala. Lei non ti ha conosciuto, perché Tu da risorto, chissà che bellezza hai avuto! La stessa bellezza che avranno anche i nostri corpi. Gesù, lo sappiamo, quando Tu li farai risorgere, avremo parte della Tua bellezza divina.

Ma Tu, Gesù, ad un certo punto dopo averla chiamata “donna” - nome comune - la chiami, chissà con che affetto, col nome proprio “Maria”! e allora lei capisce, sa che sei Tu, che sei veramente risorto, non ti hanno portato via dal sepolcro, sei risorto come avevi detto, e chissà che gioia anche in lei. E la stessa gioia c’è stata in tutte le altre apparizioni che la seconda lettura ci ha rivelato. Gesù cosa dirti in questa Pasqua? Che gioiamo che la Tua redenzione termini con la Resurrezione, e poi il Paradiso a cui ascenderai per aprire la porta e portare un giorno anche noi. Grazie Gesù! Fa che d’ora innanzi la nostra vita, abbiamo detto, sia Pasqua ogni giorno, incontrandoTi risorto e facendoTi divino in noi, perché la nostra vita diventi Tua vita e un giorno la contempleremo e sarà per noi veramente la Pasqua eterna.

Omelia del 05/04/2020

 

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Domenica delle Palme, inizio della Settimana Santa al tempo del coronavirus

Questa settimana ci coinvolga in una preghiera più sentita,
in una vita che non dia più dispiaceri a Gesù

Oh miei cari, la fede ci ha già avvolti. Abbiamo iniziato in maniera santa la Settimana Santa: di notte, come sempre, la preghiera notturna; questa mattina la messa celebrata dal Papa. Tutto parla di questa santità che deve avvolgere la Settimana Santa: vedremo Gesù soffrire, morire sulla croce.

Di questa sofferenza ci ha parlato, in maniera veramente sentita e profonda, nella Prima Lettura, il profeta Isaia, che realmente ha visto cinquecento anni prima come avrebbero “conciato” Gesù. Isaia dice con chiarezza: non ha più l’aspetto di uomo tanto l’han maltrattato e le sue sofferenze l’hanno quasi distrutto corporalmente e poi l’hanno appeso alla croce. Oh miei cari, sentiamo questo? Cosa ha fatto Gesù per noi! E nella messa rinnoviamo questo sacrificio. Non certo spargendo ancora una volta il suo Sangue, ma facendolo diventare con il corpo suo consacrato, principio di vita santa.

È bello poi ascoltare l’invito della Seconda Lettura a tenere il viso, il volto, il cuore su Gesù. Ecco cosa dobbiamo fare in questa settimana: tenere il nostro volto, il nostro cuore su Gesù e sentire ad ogni istante il Suo amore che ci dice: “Guarda fino a che punto sono arrivato per te! Perché ti amo! Perché non voglio in te il peccato che ti separa da me, voglio fede che ti avvicina a me, voglio amore che ti fa ardere il cuore per me! Allora non avrò sofferto invano”.

Stiamo per vivere grandi misteri: il Giovedì Santo consacrando l’Eucarestia, il Venerdì Santo contemplando Gesù morto in croce e il Sabato Santo la veglia che ci porterà alla Pasqua e la Pasqua ci metterà Dio ancora nel cuore e nella vita. Oh miei cari, siamo di fronte a questi misteri: sentiamoli, viviamoli. Che questa settimana ci coinvolga in una preghiera più abbondante e più sentita, in una vita che non dia più dispiaceri a Gesù e che ci impegni a sentire dentro di noi quello, un po’ almeno, che ha sofferto Lui, amandoci e arrivando a un dolore che – se realmente lo contempliamo - deve strappare amore anche al nostro cuore, toglierci dal male, toglierci dai difetti e farci vivere di virtù, di santità e di bene.

Radio Mater avrà un compito importante in questa settimana, perché sarà tra i mass media che porterà nel cuore, nelle case e ovunque, queste realtà divine, permettendoci di sentire Gesù vicino, vicino, perché diventi veramente vita santa anche per noi.

 
 

Omelia del 29/03/2020

 

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“Mamma ci affidiamo a Te, via il coronavirus e venga Gesù a renderci risorti in Cristo”

 

O miei cari, ecco abbiamo sentito dal nostro carissimo diacono Lucio che la Mamma ci ha mandato a servire questo Suo progetto d’amore e di evangelizzazione. Grazie Lucio! Continua proprio a darci tutto quello che il Signore mette dentro di te e in te, per poter dare alla famiglia di Maria tutto quello che può essere prezioso per una vita veramente di fede, di santità, una vita veramente cristiana, una vita veramente divina.

E siamo miei cari alla quinta domenica di Quaresima. Ormai la Quaresima volge al termine, e domenica prossima sarà già la Domenica delle Palme, degli ulivi. Sappiamo già che non potremo distribuire gli ulivi per le ristrettezze delle autorità civili per la pericolosità del coronavirus. Gli ulivi saranno per noi come grazia. L’ulivo è simbolo davvero di pace, di amore, di fede. Domenica saremo senza ulivo fisico in mano, ma saremo pieni di quello che l’ulivo vuole esprimere. Nel frattempo, incominciamo a vivere santamente quest’ultima settimana di Quaresima. Poi verrà la Settimana Santa, che dovremo vivere come ci sarà possibile, appunto perché non possiamo ritrovarci insieme. In questa situazione sarà il cuore a farci sentire quello che Gesù ha compiuto nella Settimana Santa e a prepararci con la Sua grazia a vivere santamente la Pasqua.

Nella Parola di Dio di oggi, nella prima lettura, abbiamo visto il Mar Rosso dividersi per lasciar passare il popolo d’Israele in difficoltà perché inseguito dagli Egiziani, che li avevano prima lasciati liberi, ma poi, pentiti, li rincorrono per farli tornare indietro e averli ancora a loro servizio come schiavi. Guardate la potenza di Dio, il Mar Rosso che si divide! Chi mai può dividere un mare? E fare una strada asciutta nel mare? Dio solo, e Dio l’ha fatto! Signore fa che anche noi nel mare della vita quando abbiamo tante difficoltà non ci sentiamo soli, ma sentiamo la Tua presenza che può aiutarci in tutto quello che ci costa, che ci fa soffrire, che ci impedisce di vivere spiritualmente, perché il mondo è cattivo e vuol rubarci la nostra fede e la nostra vita cristiana! Ecco fai Tu quello che Dio ha fatto dividendo il Mar Rosso, Tu ti sei fatto uomo, o Gesù; da Dio a uomo, per venire incontro alle nostre difficoltà, per eliminare innanzitutto il peccato, i difetti. Nella seconda lettura la tua grazia ci porta a una vita veramente santa. Il Vangelo della risurrezione di Lazzaro ci mostra la potenza divina in Gesù: Lui veramente Dio che ha assunto la nostra umanità da Maria, la Mamma Immacolata. Allora, anche noi se sentiamo che il male, miei cari, ci possiede, preghiamo Gesù che lo elimini, che ci faccia risorgere a vita divina come ha fatto con Lazzaro, per poter veramente vivere anche noi nella Sua amicizia, come Lazzaro, Marta e Maria che hanno gustato e vissuto l’amicizia con Gesù.

Gesù anche noi vogliamo essere tuoi amici, avere una vita da vivere insieme già qui in terra con le realtà divine che Tu hai dato alla Chiesa, e tra queste realtà mettiamo anche questo progetto della Mamma su Radio Mater. Donaci la Tua grazia, o Gesù, la grazia che hai dato a Lazzaro. Facci risorgere a vita nuova, rendici amici tuoi, facci gustare l’intimità con Te, nella gioia di una vita che vada aldilà di questo momento in cui tanti son turbati per il coronavirus: la nostra vita terrena è fragile, basta un niente per perderla. La vita spirituale, invece, vissuta intensamente qui in terra, ci accompagnerà in Cielo. Mamma ci affidiamo a Te, via il coronavirus e venga Gesù a renderci risorti, amici e bellissimi dentro perché Dio abita in noi.

 
 

Omelia del 22/03/2020

 

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Il consiglio di don Mario in tempo di coronavirus: chiudiamo gli occhi,
entriamo in chiesa, fissiamo il tabernacolo e cantiamo:

“Gesù son qui con Te perché Tu sei qui con me
nel Tuo tabernacolo e sempre nel mio cuor”

 

O miei cari, abbiamo detto che ci sentiamo Chiesa anche se ognuno di noi è dove è: in casa o altrove, ma siamo Chiesa, perché Radio Mater, come è intenzione di Maria, della Sua radio, ci sta veramente riunendo per la Messa, impossibilitati di andare in chiesa. Rendiamo Chiesa il nostro stare insieme e partecipare nella fede - e non nella presenza corporale - a quel Mistero grande che è la morte di Gesù e la Sua Risurrezione che in ogni messa Lui ha voluto si ripetesse per poter davvero star sempre con noi, offrire la Sua morte per liberarci dal peccato, risorgere per elevare la nostra vita alla vita divina. Allora sentiamo quello che stiamo facendo, ripeto ovunque siamo. Anche se non c’è una chiesa che ci raccoglie nel silenzio, nella preghiera: il nostro cuore può fare questo. Oh cuore, cuore nostro in cui Gesù sta ancora rinnovando la Sua grazia, il Suo morire, il Suo risorgere: riempici!

Abbiamo la ristrettezza di non poter entrare per adesso, in questo momento di malattia, nelle nostre chiese con il corpo, ma ripeto, quello che dico sempre, entriamo con il cuore, miei cari, ovunque siamo, in ogni momento della giornata e della notte. Chi ci impedisce di fermarci un istante da quello che facciamo, chiudere gli occhi e immaginarci di aprire la porta della nostra chiesa ed entrare, e fissare il Tabernacolo e fissare la croce e dire: “Gesù ti saluto, ti credo, ti amo”. E allora veramente il cuore si fa Chiesa e ospita Gesù, che con la Sua grazia renderà bella, divina la nostra vita. Lo facciamo anche adesso. Ecco miei cari, chiudiamo gli occhi: apriamo la porta della nostra chiesa parrocchiale o del santuario che frequentiamo di più; entriamo, fissiamo il Tabernacolo, c’è Gesù! C’è Gesù! Che bello il canto, che una notte - un po’ di tempo fa -svegliandomi, ho sentito che mi cantava nella mente senza che io lo volessi, cantava e cantava. Sentite: “Gesù son qui con Te, perché Tu sei qui con me nel Tuo tabernacolo e sempre nel mio cuor”. Ecco, miei cari, cosa possiamo fare: dobbiamo creare questa intimità con Gesù, questo immaginarci sempre, anche quando le chiese saranno aperte. In tutti i momenti noi potremo, ripeto, aprire la porta, entrare, guardare al tabernacolo, alla croce e dire quel canto che vi dicevo: “Gesù son qui con Te perché Tu sei qui con me nel Tuo tabernacolo e sempre nel mio cuor”.

Ecco il cristianesimo, ecco la redenzione, ecco quello che ci dicono anche le letture di questa quarta domenica di Quaresima. Pensate miei cari, già quarta domenica, tra quindici giorni sarà Pasqua. Ci siamo preparati? ci stiamo preparando? È una Quaresima che veramente ci purifica, ci santifica, ci mette a contatto con quell’amore che ha portato Gesù alla croce? Che l’ha fatto risorgere per darci, tolto il peccato, la vita divina? Io credo di sì, ho fiducia in voi. Radio Mater non può averla voluta la Madonna se non riesce a scalfire i nostri cuori, ad abbandonare quello che è male e a impegnarci nel vivere a contatto vivo con Maria. E’ Maria, che ci porta a Gesù nella preghiera e nell’ascolto della Sua Parola che diventa vita. Anche oggi abbiamo sentito nella prima lettura che si è fatto riferimento ai Comandamenti: viviamoli i Dieci Comandamenti, viviamoli! Il peccato è appunto la disubbidienza, la trascuratezza di qualcuno dei dieci comandamenti. Facciamo un esame di coscienza: e se notiamo, come il cieco nato del Vangelo di oggi, la nostra fede un po’ spenta, allora non sentiremo pienamente dentro di noi la presenza di Gesù che è venuto come Dio a farsi uomo, nel grembo Tuo, o Maria, per farci conoscere le cose divine, per farcele vedere, per trasformare le tenebre del male che ci opprimono in Luce Sua: infatti Lui ha detto: “Io sono la Luce del mondo”. O Gesù vieni, guarisci la nostra vita, il nostro cuore, strappa le tenebre, l’umano, il terreno, il peccaminoso, il difettoso, che tante volte abbracciano la nostra vita e illuminaci con la luce che Tu sei, quella luce che hai restituito al cieco nato perché vedesse. Gesù in questa Messa guariscici dalle nostre cecità difettose, peccaminose e facci vedere con la luce della Tua Parola, fa brillare in noi una fede viva, un amore grande e ardente e una vita santa. Mamma! Chiediamo aiuto a Te che ci hai dato Gesù, perché Gesù sia veramente questo per noi: la Luce che illumina il nostro cammino terreno fino a quando questa Luce la contempleremo in Cielo

 
 

Omelia del 15/03/2020

 

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“Non voglio il male, voglio amare Te, solo Te, e poi la vita, le virtù, la santità di Gesù, di Maria, dei Santi”

Si miei cari: lode lode lode a Dio, che anche in questi momenti, che non possiamo corporalmente venire in chiesa, ci fa sentire la sua presenza, ci fa sentire il suo amore, ci fa sentire nella Santa Messa quello che ha fatto morendo in croce per noi e risorgendo per elevarci ancora alla vita Divina, dopo il peccato.

Terza domenica di Quaresima detta, come abbiamo sentito dal Vangelo, di Abramo perché Abramo è il protagonista della Parola di Dio di oggi. Nel rito romano è la “Domenica della Samaritana” che noi ambrosiani, ricordate, abbiamo vissuto domenica scorsa. E’ da domenica scorsa, in tutta la Chiesa, sentiamo l’invito, proprio della Quaresima, alla conversione. Ma che conversione può esserci se non possiamo neanche andare in chiesa! Oh miei cari, la conversione è quella di mente che crede, di cuore che ama, di vita che lascia il peccato e vive nella virtù e nella santità.

Le abbiamo queste tre realtà divine? La fede che ci lega a Dio, il dolce legame del nostro cuore con Gesù, l’amore che prende il nostro cuore e lo immette nel cuore di Cristo per dirGli: Gesù tu mi hai amato fino alla croce, e anch’io ti amo con le mie sofferenze, con il dire di no alle realtà terrene che mi affascinano, che mi attraggono, che spingono al peccato, no Gesù! Non lo voglio il male, voglio amare Te, solo Te, e poi la vita, le virtù, la santità di Gesù, di Maria, dei Santi. Ecco, miei cari, la Quaresima vera: credere, come ci ha detto la Seconda Lettura e il Vangelo più volte, credere cioè legarsi a Gesù, sentirlo in noi, vivere la vita che Lui ha predicato nel Suo Vangelo, la vita che forma veramente la santità cristiana e che un giorno ci darà il Paradiso.

Che brutto, che brutto ascoltare nel Vangelo quello che i giudei han fatto: non credere alla Sua Parola, non credere che Lui è inviato da Dio per salvare l’umanità! Quei giudei lo chiamavano indemoniato e samaritano! Oh Gesù ecco ci distacchiamo da questi increduli dei tuoi tempi e dagli increduli che certamente ci sono anche oggi. Ci distacchiamo: noi crediamo in te, Gesù e ci leghiamo a te . Noi ti amiamo, Gesù, e ti diamo tutto il nostro cuore, noi vogliamo vivere come tu hai predicato. Vogliamo vivere il tuo Vangelo in noi. Sia questa, miei cari, la Quaresima che viviamo in questi momenti delicati per la nostra salute. Chiediamo a Dio misericordioso che abbia pietà di questa umanità colpita da questo male. Diciamo a Dio: ti vogliamo dare qualcosa anche noi: se tu ci dai la salute togliendo questo virus, ti diamo la nostra vita, vogliamo essere più cristiani. La Quaresima ci converta veramente, perché poi a Pasqua Gesù ci trovi pronti a risorgere divinamente: la nostra vita sia già qui in terra più divina che umana. Lo diciamo sempre, miei cari, ma dobbiamo impegnarci a realizzarla nella vita.

 
 

Omelia del 08/03/2020

 

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“Oh miei cari chiediamoci: Che vita è la mia?”

 

Questa domenica, detta della Samaritana nel nostro rito Ambrosiano, qualificherà le domeniche quaresimali e ci permetterà di meditare, di pregare, di vivere il Vangelo domenicale della Quaresima. La Samaritana oggi, e poi il Cieco nato, Abramo, Lazzaro e poi la Settimana Santa… Oh miei cari, viviamo la Parola di Dio, che la Chiesa mette dentro ovunque siamo, anche se non siamo in chiesa per le disposizioni merito al coronavirus, ma le chiese, in questi tempi, devono essere chiese non di corpi, il corpo sarà dove sarà, ma di cuori, chiese di cuori; è il cuore che conta, ce l’abbiamo il cuore qui in Cappellina spiritualmente? Nelle nostre chiese parrocchiali? Nei nostri santuari? Oh miei cari chiediamo che veramente il cuore sia in una chiesa, per avere quella luce che ha avuto la Samaritana quando ha incontrato Gesù al pozzo di Sicar in Samaria, sentiamo il desiderio miei cari della luce Divina, della Parola di Dio, della fede che deve guidare le nostre vite, sennò chiediamolo… chiediamolo… chiediamolo! Spirito Santo che sei nella Trinità l’Amore tra il Padre e il Figlio e la Luce che fa emanare dal Verbo fatto Uomo, Figlio di Dio diventato nel grembo di Maria: Gesù. Gesù è Luce… Luce. L’ha detto con chiarezza Gesù: Io sono la Luce del mondo!

Spirito Santo, questa Luce divina effondila in noi, nelle nostre menti perché credano; nei nostri cuori perché amino; nelle nostre vite perché vivano le virtù che formano il cristiano vero. Ricordiamolo questo triplice impegno: una mente che crede fermamente, un cuore che ama ardentemente, una vita che vive quello che Gesù ha messo con il suo Vangelo, dopo che Dio ha dato a Mosè, come abbiamo sentito nella prima lettura, i Dieci Comandamenti. Viviamo i Dieci Comandamenti? Speriamo di sentirli bene come preghiera. Chi di noi dice ogni giorno la preghiera: “… Gesù fammi osservare i comandamenti che il Padre Tuo Divino ha dato a Mosè là sul Monte Sinai e che l’uomo ha trasgredito, incominciando da Adamo ed Eva e via via… ”? I Dieci comandamenti devono essere la vita di tutti gli uomini. Gesù, noi vogliamo rinnovare la nostra vita sul Tuo Vangelo, oltre che sui comandamenti. Vangelo e Comandamenti devono accompagnare tutta la nostra esistenza terrena e farci guadagnare un giorno il Paradiso.

E allora ci chiediamo: li osservo i comandamenti di Dio? Finora li ho osservati? Ho bisogno forse di una santa confessione che elimini il male, la disobbedienza ai dieci comandamenti e mi rituffi nel Vangelo predicato da Gesù? Una confessione, per poter avere il perdono dei peccati e insieme la grazia che mi fa giorno per giorno più santo, perché come la Samaritana mi fa sentire Gesù, mi fa credere a quello che Gesù dice, come lei ha creduto che realmente era il Salvatore del mondo, il Messia. E il Messia ci dirà dove dobbiamo adorare Dio, ci dirà quello che non possiamo fare perché è male, e quello che dobbiamo fare perché è bene. E’ bello … è bello quanto dice Gesù alla Samaritana, e tutti i giorni dobbiamo sentire anche noi sempre nel cuore ogni giorno, ogni minuto di vita quello che disse a lei: “Sono Io che ti parlo…”, le dice Gesù accennando al Messia. La Samaritana dice: “ Verrà il Messia”. E Gesù: “… sono Io che ti parlo…”. Miei cari ecco la vita cristiana, “… Sono Io che ti parlo…”. E non solo ti parlo col mio Vangelo, ma sono morto in croce per te, e rinnovo in ogni Messa questo, e poi sono risorto per rifarti veramente figlio di Dio e perché tu abbia Dio sempre in te, che ti accompagni nel bene la tua vita in terra, perché un giorno tu possa tuffarti in Dio, nella Sua felicità per sempre in Cielo. O miei cari chiediamoci: Che vita è la mia? Di Dio, perché sono stato battezzato e sono diventato figlio Suo, da allora ho vissuto in grazia? Il peccato mortale non mi ha toccato o non mi ha toccato? Se mi ha toccato mi sono confessato? E se ho bisogno ancora, desidero e mi impegno a confessarmi? E poi miei cari ecco, come la samaritana: credere a Gesù e sentirLo come la gioia del bene che compiamo, della virtù che abbiamo in noi, guardate la samaritana, si lascia talmente trasformare da Gesù, convertire, lei che aveva avuto una vita moralmente disastrosa: cinque mariti. Marito… chissà cosa voleva dire questa parola per lei: marito. Gesù le dice: “ … adesso ne hai un altro che non è tuo marito…”. Che vita!, quanti, quanti miei cari hanno una vita moralmente bassa! Noi come ce l’abbiamo? Come vogliamo vivere la nostra vita? Vogliamo lasciarci convertire oggi come la Samaritana dall’incontro spirituale? Abbiam detto che i nostri corpi in questi giorni non possono essere dentro le mura di una chiesa. Ma se non c’è il muro della chiesa, almeno in noi c’è Colui che dentro la chiesa è nel tabernacolo: Gesù? Che ci stringe al Suo cuore, che ci dice: “… voglio trasformar anche te come ho trasformato la Samaritana…”. Gesù non solo converte lei, ma corre in città. Ecco la samaritana corre in città e grida a tutti: “… venite ho trovato il Messia e mi ha detto tutto quello che ho fatto… di male, mi ha cambiato la vita…”.

Miei cari veniamo spiritualmente da Gesù, incontriamoci con Lui, lasciamoci cambiare, e che d’ora innanzi la nostra vita sia senza peccato e piena di Gesù! Mamma, dacci Gesù come è stato donato alla Samaritana. E che Gesù diventi la nostra conversione, il nostro apostolato qui o dove abitate. E che il nostro cuore diventi veramente un tabernacolo come quelli che sono in chiesa, dove Gesù si trova bene, perché il nostro cuore ha dentro solo il bene e non più il male. Mamma te lo chiediamo: trasformaci da samaritana peccatrice in cuori veramente santi dove abita il Tuo Gesù!

 
 

Omelia del 23/02/2020

 

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“… Gesù fa che sia sempre in pace con te, che l’umanità sia in pace tra tutti…”.

Ecco mei cari, anche la Parola di Dio di oggi ci è entrata nel cuore e ci ha fatto comprendere quanto è paterno Dio. La parabola di questo Padre che va incontro al figlio che ritorna dopo aver dissipato tutte le sostanze avute dal Lui, è perdonato, è abbracciato dal padre e si fa festa per il suo ritorno, qui si vede la Misericordia di Dio, la bontà del Signore: l’uomo viene da Dio, lo diciamo sempre, ma ha avuto il coraggio di disubbidire a Dio e di peccare. Adamo ed Eva, e poi tutti gli uomini, conoscono il loro peccato, la loro disobbedienza a Dio, il loro andarsene per la propria strada disinteressandosi del Padre, di Dio. Eppure il padre della parabola , dice il Vangelo, chissà le volte che andava sul terrazzo a guardare se il figlio minore che era partito e aveva sperperato tutto, ritornava! E un bel giorno lo vede che ritorna, questo figlio ormai privo di tutto ciò che è terreno e umano, ritorna dal padre, sente che solo dal padre la sua vita può essere rinnovata, e ritorna!

Abbiamo sentito l’abbraccio del padre, come è bello vedere un papà che abbraccia un figlio che ha dissipato tutto, che però ritorna a casa e dice come questo figlio della Parabola: “… ho sperperato tutto padre non sono più degno di essere tuo figlio, trattami come uno dei tuoi servi…” ma il padre non lo lascia nemmeno parlare in questo senso, lo abbraccia, lo bacia e si incomincia la festa del suo ritorno! E a noi, a noi è capitato questo? Abbiamo anche noi sperperato i doni di Dio: dal Battesimo che ci ha fatto figli di Dio agli altri sacramenti, quante confessioni potevamo fare, a quante Sante Messe in più potevamo partecipare, ma un Padre Divino non ci ha più interessato, è venuto un momento nella nostra vita in cui solo le cose terrene valevano per noi, perfino il peccato! Qui si parla di prostitute con cui ha sperperato tutto quel figlio… Forse, per quanto ci riguarda non con le prostitute, …. ci mancherebbe! Ma forse le troppe cose terrene ci hanno fatto trascurare un po’ il Padre Divino, e allora miei cari ecco: oggi è l’ultima domenica del tempo liturgico nuovo che abbiamo iniziato con il periodo di Avvento che ci ha preparato al Natale e poi il tempo liturgico di Natale e poi il tempo liturgico dopo il Natale e l’Epifania, per noi ambrosiani domeniche dopo l’Epifania e per il rito romano tempo ordinario che non vuol dire nelle intenzioni della Chiesa tempo da sciupare, ma vuol dire che non c’è alcuna festa. Ma tutta la liturgia, tutto miei cari all’altare parla di amore, di questo Padre Divino che ha mandato, ci ha detto la seconda lettura, il Suo Figlio, che è morto per noi, che è risorto per noi, che ci ha perdonato quello che contro la legge, i comandamenti possiamo aver fatto!

Ecco con Gesù si realizza la parabola di oggi, Gesù è il modo con il quale il Padre Divino ci abbraccia, ci perdona e ci dice: “… vieni ancora con me, vivi con me… fai della tua vita terrena già una vita spirituale, ascetica, secondo il Vangelo del mio Gesù, vivilo questo Vangelo: praticalo! E la tua vita sia più divina che terrena!...” Lo stiamo ascoltando miei cari? Questo mercoledì, mercoledì delle ceneri nel rito romano inizia la Quaresima , noi domenica 1 marzo inizieremo la Quaresima, un altro tempo liturgico in cui ci chiederà: conversione, cambio di vita, da terreno a celeste, da umano a divino, da realtà solo terrene ad un impegno di vita ascetica che tiene le mani come ce le ho io adesso cioè in preghiera, una vita che realmente fa della preghiera uno dei modi di vivere le varie giornate per viverle insieme a Dio, e mediteremo la Croce, Cristo in croce per noi, e sentiremo le nostre croci, malattie, dispiaceri, qualunque cosa fa soffrire. Ma… è Quaresima, è invito a seguire Gesù che va sulla croce, e allora avremo la forza di offrire anche noi quello che soffriamo. Sentiamole queste cose miei cari, la Chiesa che rappresenta Dio Padre e Dio Padre che manda Gesù che dalla croce distribuisce lo Spirito Santo a salvezza e a santificazione di tutto. Apprezziamola la Chiesa! Guardate in queste ore cosa sta facendo la Chiesa per combattere il coronavirus! Anche la Chiesa è preoccupata: è arrivata a decidere dopo secoli, per prudenza che non ci sarà più lo scambio della pace. La Chiesa per adesso lo sospende, faremo noi una preghiera interiore col cuore: “… Gesù fa che sia sempre in pace con te, che l’umanità sia in pace tra tutti…”. Ecco diremo questo nell’intimo del cuore invece che scambiarci la pace come fatto fino adesso dandoci la mano, nessuna stretta di mano, anche la Chiesa lo dice. E poi la Comunione: guardate a che punto arriva la Chiesa in maternità… in MATERNITA’!

Chi è più Madre della Chiesa! Anche in questo la Chiesa dice: la Comunione - che per la Chiesa è il massimo dell’intimità con Dio - anche la Comunione non più dal ministro dell’Eucarestia direttamente in bocca, ma ciascuno metterà la mano davanti e il ministro dell’Eucarestia prenderà l’Ostia Santa Gesù, e - guardate che dignità miei cari! - ce la metterà sulla mano stesa davanti, per evitare una malattia terrena, corporale. Ecco arriviamo a questa intimità con Gesù: Gesù sulla nostra mano! Oh nostra Chiesa! Non c’è – e lo ripeto - Madre più Mamma di te. Cosa ci hai dato in questi giorni: da oggi faremo così, senza scambio di pace stringendoci la mano, ma facendo parlare solo il cuore per amarci tutti. E la Comunione nella mano e Gesù nella mano, e poi voi delicatamente prendete l’Ostia Santa: Gesù, e io direi nel momento in cui l’avete in mano, diteglielo, baciateLo anche, se lo volete: “ … Gesù ti amo… ti amo… ti amo, sento quello che hai fatto per me, e anch’io voglio ricambiare, ti amo… ti amerò di più… verrà la Quaresima: sarà Santa per me! aiutato dalla Tua grazia…!” E anche Tu Mamma sei la Madre della Chiesa, Gesù ti ha fatto nostra Mamma, vivi con noi queste realtà nuove, e preparaci mercoledì per quelli di rito romano e noi domenica 1 marzo, ad una Quaresima SANTA. SANTA

 
 

Omelia del 16/02/2020

 

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“Viviamo di Dio, non viviamo di terra”

Oh miei cari, come dicevamo anche ieri, siamo vicini alla Quaresima: noi ambrosiani entriamo Domenica, primo marzo In rito romano, la settimana prima, il Mercoledì delle Ceneri. Pensate, sembra ieri che abbiamo celebrato il Natale, miei cari! Il tempo sulla Terra fugge…, vola.

Mi sono accorto festeggiando i miei 90 anni e desidero, ancora una volta, ringraziarvi per le preghiere che avete innalzato.

Si, il tempo sulla terra, miei cari, corre velocemente. Non vale la pena di attaccargli il cuore.

Il cuore va “attaccato” a Colui che incontreremo per sempre e col quale vivremo per sempre, in una felicità di cui non abbiamo neanche la più pallida idea qui sulla terra. Il Paradiso… il Cielo….

Sta passando il tempo natalizio, e veniamo sospinti, dallo Spirito Santo, nel tempo Quaresimale. Deve esserci, mei cari, nella nostra vita ....UNO SCOSSONE….. Dobbiamo voler cambiare!

Dobbiamo interrogarci e chiederci, con sincerità: “Piace la mia vita al Signore? Sto percorrendo la Via giusta ?” Ho seminato del bene? ho ferito qualcuno? È la mia vita, quella che, anche nelle letture di oggi, il Signore chiede?

Nella prima lettura, Dio a Israele chiedeva che dopo, i peccati commessi, tornassero a Lui.

Ora lo chiede anche a ciascuno di noi : ecco la Quaresima che arriva.

Il Natale che - come abbiamo detto più volte - non è solo un “calendario liturgico”, ma deve essere un impegno di cuore, un impegno di vita!

È un immersione nella redenzione operata da Gesù! Impegniamoci, carissimi, nel vivere sempre meglio e santamente ogni anno liturgico. E’ così che mi lascerò “liberare” per scegliere sempre il bene, per accogliere e vivere la misericordia di Dio. Questa è la vita, questa è la Vita vera!

Miei cari, che gioia,.. oggi c’è anche un pellegrinaggio, e molti stanno ascoltando attraverso Radio Mater. Umilmente, dico a tutti, non in nome mio.… sono infatti solo un povero e sofferente ministro di Dio, che vuole però con ogni sforzo e con tutto il cuore dire :

Carissimi, viviamo di Dio,... non viviamo di terra!

Quante volte ho innalzato... gridato... questa esortazione: ...non viviamo più di terra, di mondo, “VIVIAMO DI DIO, VIVIAMO CON DIO, VIVIAMO PER DIO!”

Io ringrazio, ve l’ho già detto altre volte, di non avere altro desiderio che incarnare e servire il Vangelo, di staccarmi da questo mondo per far vincere sempre il cuore.

Amo ormai questa vita ascetica, nella quale mi ha sospinto la dialisi, la sofferenza. L’ospedale, la Cappellina, il Tabernacolo mi aiutano a meditare nel silenzio, a ringraziare sempre.

Aiutaci Mamma, piena di grazia, a vivere sempre vicino e cuore a cuore, nella Santa Messa l’incontro con Gesù morto e risorto; ad essere “vite Eucaristiche”!

Vi ho già detto,carissimi, qualche giorno fa che, nel sonno, ho sentito il sussurro del cielo; improvvisamente mi sveglio e sento il cuore che canta : “ … Gesù son qui con Te, perché Tu sei con me, nel Santo Tabernacolo, ma anche nel mio cuor”. Ecco la vita Eucaristica,... Gesù che ha voluto realizzare la promessa: “Sarò con voi sempre, tutti i giorni fino alla fine del mondo”. E Lui, qui, nel Tabernacolo, sta mantenendo la Sua promessa; siamo noi che a volte non crediamo!

Facciamo in modo che queste parole, suggerite dal cielo: “Gesù son qui con te!”, siano sempre vere, perché Lui è nel Tabernacolo, ma ”è anche nel mio cuor...”.

Avvertiamo e crediamo che Lui è nel nostro cuore? ? E’ vero che viviamo con, di Lui e per Lui? E’ vero che dialoghiamo nella preghiera anche breve: “… ti voglio bene Gesù! Ti dono il mio cuore e tutto ciò che mi appartiene. Proteggimi, guidami, salvami!

Gesù, Mamma, vi amo e nel mio cuore vi bramo”, “… nel Santo Tabernacolo, ma anche nel mio cuore…”. Facciamo in modo, miei cari, che sia vero, che la nostra vita diventi sempre più Eucaristica!

E poi, ascoltiamo quello che Dio diceva al popolo d’Israele: “…ritornate dai vostri peccati..” e accogliamo ciò che Gesù dice nel Vangelo.

Alla donna, scoperta in adulterio, Gesù, perdonandola, dice con misericordia : “… Va e non peccare più…!”. Anche il Diacono Lucio ce lo ha ricordato nelle meditazioni del S. Rosario. Ripetiamolo: sì Mamma, con il Tuo aiuto, non voglio peccare più! Sii Tu la fortezza nelle nostre fragilità , liberaci da tutto ciò che ci impedisce di essere con Gesù!

Miei cari ecco, oggi, lasciamoci sospingere verso la Quaresima, vi supplico : “accostiamoci e diventiamo più devoti del Sacramento della confessione” ; mettiamolo più spesso nella vita… più spesso nella nostra vita!, chiediamolo nella preghiera come dono!. Sapete, alla sera, considero - la poltrona che ho in cucina e la mia camera - come una panca posta davanti al Tabernacolo, su cui inginocchiarmi.

Prima di addormentarmi prego : “Mamma, che non mi hai abbandonato, ottienimi il perdono dalla Santissima Trinità! Di, al Papà divino, a Gesù e allo Spirito Santo, se oggi ho dato Loro qualche dispiacere, che me lo perdonino!”. Chiediamolo insieme e in unità di cuore : Mamma supplica la Santissima Trinità, affinché mi assolva da tutto il male della mia vita, e perdoni il non bene del mio sacerdozio, mi perdoni tutto quello che non è stato secondo il mio Battesimo, che mi ha fatto figlio di Dio e mi chiede di vivere da figlio di Dio!”.

Miei cari, vi metto tutto nel cuore; perdonate l’ ardore con cui mi rivolgo a voi, ma... sento che questa è la mia missione, sento che se Maria ha scelto di fare anche Radio Mater è perché vuole una voce, non qualsiasi, ma che viene dal cuore. Non tanto dal nostro povero piccolo cuore umano, ma dal Cuore Immacolato di Maria che cerca di spingere tutti noi, Suoi figli, al Suo Figlio Gesù per amarLo, per seguirLo, per lasciarci salvare!

Ascoltate miei cari e, oggi, prendiamo delle decisioni importanti per la vita spirituale, che piacciano alla Mamma, come dimostrazione della nostra fede, del nostro amore e del desiderio di una vita veramente immersa in Dio.

Coraggio e avanti, miei cari, nella carità e misericordia di Dio.

 
 

Omelia del 09/02/2020

 

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“Vogliamoci bene e viviamo santamente con Te, Mamma”

Oh miei cari, vi ho già ringraziato più volte per la vostra presenza, o per il vostro ascolto nelle case o dove siete, grazie di cuore! Grazie per questa festa che, ancora una volta -come giovedì, giorno del compleanno - volete fare ai miei 90 anni! Non la fate a me, ma a Colui che mi ha chiamato tra i suoi sacerdoti, come abbiamo sentito nella prima lettura. Dio parlando al popolo d’Israele comanda che tutti ritornino a Lui, con l’aiuto anche, dice la prima lettura: di sacerdoti e leviti.

Sì… voi fate festa non a una povera persona, a un pover’uomo anziano e ammalato, voi ubbidite a un comando di Dio. Il sacerdote, il levita, che è colui che collabora insieme al sacerdote, nella Chiesa che Gesù ha voluto e fondato con i discepoli...prima, e, nel corso della storia, con tutti coloro che, chiamati, hanno accettato di diventare sacerdoti e collaboratori. Ecco perché, anch’io, devo dire - come il Salmo suggerisce, - e lo dico con tutto il cuore: “non a me Signore ma al Tuo nome da gloria!”.

Il nostro essere qui, dica al Signore quella fede che, la seconda lettura ha chiesto per tutti, come la guida e il fondamento di una vita, insieme a Dio. Oh miei cari, ci siamo chiesti tante volte ece lo chiediamo sempre: cosa sarebbe una vita senza Dio!? Vedo, carissimi, che la funzione si prolunga e mi chiedo : “… questi cari cuori , che sono qui in preghiera, sono contenti di occupare tutto questo tempo per te e con te Signore? Sentiamo che la grazia di Dio ci avvolge,per rinnovare divinamente lavita? ”. Sacerdotalmente supplico :“… Mamma, fa che sia così. Che stiano qui volentieri…”, che non abbiano abbiano il cuore da un’altra parte: allo stadio, nei parchi, in discoteca.....ma sentano che sono qui per il cielo! Quindi,beati voi che siete qui, da tanto tempo, a dire a Gesù la vostra fede e il vostro amore.

Grazie quindi, ci uniamo e diciamo: “Mamma continua, continua a stare con noi e a guidarci al Tuo Gesù, fino alla santità”, ... e Lei ci dice: “Sì, son qui, ho voluto io questo progetto, e lo ricorderete martedì (dice la Madonna) festeggiando i 26 anni di vita di Radio Mater: 11 febbraio 1994 – 11 febbraio 2020”. Carissimi, ventisei anni in cui la Mamma è qui a distribuire: Luce, Parola di Dio, Preghiera, gioia, tenerezza, impegno per una vita veramente cristiana.E’ qui per accompagnarci, in ogni istante della nostra vita. Grazie quindi a tutti i collaboratori che sono presenti, grazie a tutti coloro che davvero danno la loro parte di vita, in nome di Maria, grazie a voi che frequentate le cappelline in questo progetto di Maria, che ascoltate Radio Mater.

Radio Mater è una realtà squisitamente spirituale, di preghiera, di ascolto, di condivisione. State con Radio Mater, state con lo spirituale, state con il divino! Perché questo solo – e lo so che ripeto sempre la stessa espressione, ma voglio che immergiamo ogni istante della nostra vita in Dio, con Gesù, con Maria, con la Chiesa. Uniti in Radio Mater, voluta da Maria qui in terra, preghiamo, offriamo, viviamo la carità di Dio; amando e accogliendo, vivremo la gioia di avere la “moneta sonante” con la quale “ comprare” il Paradiso. Grazie Mamma per aver inventato Radio Maria prima e Radio Mater dopo. Ti preghiamo, sta sempre con noi,.... noi sempre con Te, e Tu portaci a Gesù, perché tutta la nostra vita sia un’anticamera di Paradiso Martedì, miei cari, non posso non ricordarlo, è la giornata degli ammalati.

Pensiamo a quanti ammalati ci sono: io vado a fare la dialisi e l’ospedale è pieno,.....dappertutto gli ospedali sono pieni… dalle case molto ammalati ci chiamano e si uniscono in Radio Mater! Perché miei cari? perché Dio permette questo? No, non è Lui che vuole la malattia, la sofferenza, anzi l’ha volutamente assumere, con la Passione e la croce, anche per Sé! È il peccato, che è talmente grave come offesa a Dio e al prossimo, che ha chiamato nell’umanità sofferenza, dolore, dispiaceri e perfino morte del corpo. L’anima se sta unità a Dio, invece, è e andrà con Dio, con Gesù. Voi sofferenti soprattutto, anzi noi sofferenti, perché anch’io ne sono immerso, per avere la forza, offriamo tutto a Gesù e diciamo: “… ecco la mia dialisi, la mia polmonite, la mia malattia...la mia… “ (elenchiamo pure tutte le nostre malattie), vogliamo e voglio che sia la mia partecipazione alla redenzione che, con Maria sotto la croce, hai realizzato in Croce sul Calvario, per la salvezza dell’umanità....per la mia salvezza. Ecco miei cari, grazie per la festa di oggi, grazie per la vostra presenza e collaborazione. Al termine, come ho detto, rinnoverete la vostra preghiera di promessa, per un servizio veramente vissuto con tutto il cuore qui, dove la Mamma ci chiama tutti e accogliendo quello che di particolare la Mamma ci chiede. Oh miei cari, dobbiamo sentire la gioia di vivere queste realtà nel cuore e nella vita, per viverli un volta per sempre: dove…? Dove…? In CIELOO!! Ecco io finisco sempre così perché, se non volgiamo lo sguardo a questo traguardo, finiamo per perderci nelle cose terrene: NO!

a questo traguardo, finiamo per perderci nelle cose terrene: NO! Noi siamo creati per le cose divine in terra e poi per il cielo. Grazie di tutto. Vogliamoci bene e viviamo santamente, divinamente con Te Mamma, aiutati da Te a vivere la nostra vita terrena, per trovarci tutti a continuarla in Paradiso. Grazie!

 
 

Omelia del 06/02/2020

 

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“Siamo fatti per il Cielo”

Miei cari… scusatemi perché, dopo l’intervento, faccio ancora tanta fatica a far sentire la mia voce. Accogliete, vi prego, tutto il mio cuore perché, entrando nel vostro, conosciate quello che sto provando, celebrando questa Eucarestia e ringraziando Dio per il mio novantesimo anno di vita! Signore, tu sai che, uno dei rosari che recito durante il giorno e la notte, è per parlarTi “cuore a cuore”! Anche ora, in questo quinto mistero, ti chiedo Mamma di ringraziare il Signore per il dono di questi novant’anni! Si’, grazie Signore per il dono della vita! come sei buono!Tu sapevi come sarebbe stata la mia vita ma, nonostante i dispiaceri che Ti avrei dato, sei rimasto fedele, donandomela in ogni istante e perdonandomi.Grazie per la vocazione al sacerdozio, sbocciata e accompagnata da una famiglia che, sin da piccolo, mi ha trasmesso e testimoniato la fede. Ancora oggi li sento più che mai vicini, perché hanno vissuto per Te e grazie a Te e, certamente, li hai portati in Paradiso. Questa intimità con Dio, questa fede che ci unisce, deve essere la nostra gioia, la nostra forza, la nostra unità, il nostro coraggio.

Sapete, quando a 11 anni ho chiesto di poter entrare in Seminario.... non un’obiezione dai miei familiari! Era una gioia per me toccare con mano la loro fede, il loro abbandono alla volontà di Dio! Questo stupore, questo ringraziamento lo affido ogni istante al Cuore della Mamma, perché lo offra a Dio per tutti, per loro, per me. Ricordiamoci sempre di ringraziare per le nostre famiglie, per coloro che ci hanno dato la vita, per le persone con le quali siamo vissuti e cresciuti .

Chiediamo il dono dell’unità dei cuori! Che bello, che grazia appartenere ad una famiglia umana e questa diventa veramente un anticipo di Paradiso se ha in se’ DIO! DIO! DIO! La nostra vita, se non ha Dio, è un disastro! È un disastro! Miei cari, se manca Dio, se rifiutiamo Dio, andiamo incontro ad una realtà che Gesù ci ha detto e ripete in ogni istante ....”dove c’è pianto e stridore di denti...”. Chi non cerca Dio, chi non si lascia amare da Dio, chi non immerge la propria vita in Dio, vive già su questa terra i le pene e i tormenti dell’inferno. Poi nella recita del Rosario, dopo aver ringraziato per la famiglia, proseguo e incontro la Parrocchia. “Trovo” i miei Sacerdoti, trovo tutti coloro che mi hanno dato un soffio di vita divina, in questi lunghi novant’anni.

Quanti... quanti... quanti! Ecco, Mamma, tu li vedi, abbracciali e chiedi a Dio di “rimeritarli” anche per ciò che hanno fatto per me. Ricordiamoci, carissimi, delle nostre Parrocchie, dei nostri Sacerdoti che ci hanno uniti divinamente. Ringraziamo Dio per loro, che ci hanno aiutato ad aprire la nostra vita terrena alla vita divina. Come ho detto, una famiglia cristiana, anticipa la famiglia che saremo, quando il cielo ci chiamerà !Come per i nostri genitori, sento nel cuore tanta commozione nel ricordare i miei Superiori del seminario... quanto, ...quanto,... quanto si sono donati per aprirci al Sacerdozio ed essere tutti di Gesù, con Gesù e per Gesù! Missione che ho esercitato qui ad Albavilla per 13 anni, poi ad Arcellasco, come parroco per 27 anni e poi... la Mamma mi ha chiamato. Mi ha fatto sentire che dovevo darLe una radio che portasse prima il Suo nome: Radio Maria , poi ...dopo il mistero di una grande sofferenza, la Mamma, attraverso la Chiesa, mi ha detto: fanne un’altra... ed è nata la radio della Sua maternità. E di questi novant’anni, 36 sono dedicati alla radio e, grazie a Lei, a ciascuno di voi. Che meravigliosa unità, che meravigliosa famiglia!

Voi con me e io con voi! e tutti nel cuore di Gesù e di Maria! Prego e ringrazio inoltre per questa Casa di Maria. Grazie Mamma per questo dono e per i meravigliosi collaboratori che, ogni giorno, offrono i loro sacrifici, anche economici, per essere presenti e realizzare ciò che Gesù ha detto agli Apostoli: “andate in tutto il mondo...!” grazie a loro e alle loro famiglie. Inoltre, desidero mettere su questo altare tutti i ringraziamenti che arrivano da ogni parte, anche dal Brasile, dal Giappone, dalla Norvegia ...e che testimoniano : “ grazie, Radio Mater, grazie don Mario... con voi la mia vita è cambiata! “Ecco l’intenzione, ecco il desiderio della Mamma: una radio che cambiasse la vita, aprendola, con la preghiera , dalla terra al cielo, da terrena a divina, Che gioia grande : una Via che ci porterà in cielo! E, ancora, grazie Mamma per coloro che offrono e aiutano per la vita della Tua radio. Che sofferenza quando, come in questo periodo, calano le offerte. Abbiamo paura di non poter pagare le ingenti spese mensili.

Ma, il bene che mi volete e che non merito, sono sicuro che risveglierà ancora la Vostra carità. Vero Mamma? Te lo ricordo sempre nel Rosario delle intenzioni: “Mamma, Madre della Divina Provvidenza, tu che batti alla porta del cuore dei tuoi figli, uniti attraverso Radio Mater, sospingici ad offrire ciò che è indispensabile, per pagare le spese mensili. Fino ad oggi riconosciamo questo miracolo!!! Si, miei cari, è un miracolo reso possibile dal vostro amore per Gesù , per la Mamma, per i fratelli!! Miracolo d’amore, miracolo della Provvidenza!

Un pianto di gioia, di commozione, di riconoscenza mi sgorga dal cuore. Se in questi 67 anni di Sacerdozio ho potuto fare un po’ di bene, lo devo solo alla Grazia! grazie ancora Gesù, grazie Mamma per avermi sostenuto, protetto, custodito! Diciamolo insieme, ora, per tutto ciò che abbiamo ricevuto, per tutto ciò che viviamo : Grazie! Come è bello stare insieme, come è bello stare con Te, Signore!

Ora, rimanendo immersi nella prima lettura di oggi, ci vengono presentate donne buone e cattive! Come Sacerdote chiedo: Cosa scegliete? Di essere buone con Dio o cattive senza Dio e con il peccato? Ognuno di noi si chieda : voglio scegliere il bene, la gioia, la beatitudine, la santità? Voglio cercare e trovare il senso della vita? Aiutaci Signore, accresci il nostro desiderio di incarnare l’Amore, la Carità, per vivere con te e venire più pronti, quando ci chiamerai nel l’incontro finale. Rimaniamo immersi, carissimi, nel sacramento del Battesimo, che ci ha “fatto “Figli di Dio,... viviamo veramente la vita Eucaristica! Dobbiamo essere cristiani innamorati dell’Eucaristia!

Come vi ho già anticipato, la settimana scorsa, alle 2 di notte, mi sveglio improvvisamente e, senza accorgermi, sento qui dentro....un canto: “ Gesù, son qui con Te, perché Tu sei con me, nel Tuo tabernacolo, ma anche nel mio cuor! e altre 11 strofe che ho immediatamente trascritto! Lo impareremo questo canto. Si, la Mamma, madre della Chiesa, prega e chiede che la nostra vita sia sempre più di Gesù, sempre più Eucaristica! Impegniamoci , miei cari e, anche attraverso il progetto di Radio Mater, camminiamo con Lei, torniamo a sorridere, ad amare. Lasciamoci liberare dalla preghiera , mettiamoci nelle Sue mani, affinché lo Spirito Santo ci liberi dal nostro egoismo e dalle tentazioni, ci riveli la Verità e immerga tutta la nostra vita nella Divina Misericordia.

Coraggio e avanti, miei cari, in Gesù e Maria! è Lei la Mamma che vuole che diventiamo Vite Eucaristiche, e ripeto noi sacerdoti, voi cristiani, ma vite del Suo Gesù, Vite Eucaristiche, lo impareremo questo canto, per diventare sempre più Gesù, guidati dalla Mamma e dalla Madre Chiesa e da questo progetto di Maria, per essere un giorno, come dico, e finisco sempre le mie omelie, miei cari, un giorno in cielo. Gridatelo: In cielo... Si mei cari, siam qui mal’appuntamento è il cielo, viviamo qui sacerdoti e fedeli, in modo da mettere già qui nel cuore il cielo, e poi farlo diventare la dimora eterna, la dimora della felicità senza fine.

 
 

Novità: Don Mario a “Soul” di TV2000

 

Monica Mondo, conduttrice del programma di TV2000, “Soul”, ha intervistato sabato 18 giugno 2016 il nostro don Mario.

E’ stata un’intervista “a tutto campo”: la vocazione, il sacerdozio, Radio Maria,  Medjugorje, Radio Mater e la comunicazione cattolica oggi.

 

Ecco l'intervista completa: